La ripresa(?)
Inviato: 30/08/2021, 22:59
Se non ricordo male ho fatto l'ultimo concerto nell'Agosto del 2020 ma è stata una data isolata dal momento che il lavoro si era già fermato da molti mesi. E' stata durissima economicamente ed il fatto che io abbia lavorato in teatro per le musiche degli spettacoli, ha fatto si che io e la mia compagna abbiamo potuto beneficiare a pieno dei ristori previsti. Però sappiamo tutti che la cosa terminerà, ovvio e comunque, nessuna persona con una dignità almeno minima, vuol fare il mantenuto...
Ad oggi sono quasi due anni che non suono con i miei gruppi e questo genera anche diverse problematiche tecniche, legate ad una sorta di "allenamento" a partire dall'orecchio, che il suonare con altri ti da. Un paio di mesi fa, ho registrato delle cose in casa, in duo con uno dei miei contrabbassisti ed è stato scioccante verificare come la capacità di sentire gli accordi, di interagire e di reggere un set intero in due, si possa facilmente perdere, è per me un dramma, soprattutto perchè non sono un ventenne ed i tempi di recupero sono più lunghi e faticosi. Inoltre chi ha la mia età, sa bene che l'orologio corre implacabile e due anni fermi sono parte delle "ultime cartucce" che avrei sperato di sparare.
In teatro sto lavorando in duo alle musiche di Overshoot ed altri spettacoli stanno arrivando ma in questi contesti si fanno tre note, nulla a che vedere con un vero concerto, inoltre la musica non è quella che di solito amo scrivere ma deve essere "funzionale" alle scene, infatti suono molto anche le percussioni (da ex batterista, seguitano a perseguitarmi...)
In giro cosa vedo dunque adesso che ci dicono che siamo ripartiti?
Vedo i grossi festival ed i jazz club che stanno macinando molti concerti si, ma i nomi sono quelli che fanno fare un sold out immediato e sono sempre i soliti. A "livelli decisamente più bassi" ci stanno anche molti miei amici e colleghi, contentissimi per le serate alla pasticceria di lusso, al palchettino sull'Arno, alla festa privata o tra i tavolini del ristorante. Tutta roba dai cachet molto bassi e in contesti/pubblico piuttosto scadenti, insomma, devi fare una sorta di piano bar per i turisti e suonare fino a 6 (leggasi sei) ore per 100 euro, quando pagano bene...
E' scomparsa insomma la fascia intermedia dei professionisti, quelli bravi ma non "famosi" e badate bene che sono la maggior parte (almeno nel jazz) Ma non è un fenomeno nuovo, va avanti da molti anni, il lock down ha solo affondato la lama nel burro.
A volte mi fermo a pensare ali amici/colleghi che sono scomparsi dalla scena da oltre due anni e vi garantisco che sono un numero impressionante.
Si sta perdendo insomma tutto un patrimonio musicale, progettuale ed umano immenso. Per fare un esempio più chiaro, è come se scomparissero i componenti di una band che accompagna il leader.
Questo post, molto amaro è solo una mia riflessione personale su un'epoca che non mi sarei mai aspettato di vivere e so che moltissime persone che fanno tutt'altro mestiere, stanno vivendo lo stesso dramma, che è economico prima e psicologico/sociale poi.
La società, sarà cambiate profondamente da questa situazione, nel mio ambiente già si vede molto molto bene.
Ad oggi sono quasi due anni che non suono con i miei gruppi e questo genera anche diverse problematiche tecniche, legate ad una sorta di "allenamento" a partire dall'orecchio, che il suonare con altri ti da. Un paio di mesi fa, ho registrato delle cose in casa, in duo con uno dei miei contrabbassisti ed è stato scioccante verificare come la capacità di sentire gli accordi, di interagire e di reggere un set intero in due, si possa facilmente perdere, è per me un dramma, soprattutto perchè non sono un ventenne ed i tempi di recupero sono più lunghi e faticosi. Inoltre chi ha la mia età, sa bene che l'orologio corre implacabile e due anni fermi sono parte delle "ultime cartucce" che avrei sperato di sparare.
In teatro sto lavorando in duo alle musiche di Overshoot ed altri spettacoli stanno arrivando ma in questi contesti si fanno tre note, nulla a che vedere con un vero concerto, inoltre la musica non è quella che di solito amo scrivere ma deve essere "funzionale" alle scene, infatti suono molto anche le percussioni (da ex batterista, seguitano a perseguitarmi...)
In giro cosa vedo dunque adesso che ci dicono che siamo ripartiti?
Vedo i grossi festival ed i jazz club che stanno macinando molti concerti si, ma i nomi sono quelli che fanno fare un sold out immediato e sono sempre i soliti. A "livelli decisamente più bassi" ci stanno anche molti miei amici e colleghi, contentissimi per le serate alla pasticceria di lusso, al palchettino sull'Arno, alla festa privata o tra i tavolini del ristorante. Tutta roba dai cachet molto bassi e in contesti/pubblico piuttosto scadenti, insomma, devi fare una sorta di piano bar per i turisti e suonare fino a 6 (leggasi sei) ore per 100 euro, quando pagano bene...
E' scomparsa insomma la fascia intermedia dei professionisti, quelli bravi ma non "famosi" e badate bene che sono la maggior parte (almeno nel jazz) Ma non è un fenomeno nuovo, va avanti da molti anni, il lock down ha solo affondato la lama nel burro.
A volte mi fermo a pensare ali amici/colleghi che sono scomparsi dalla scena da oltre due anni e vi garantisco che sono un numero impressionante.
Si sta perdendo insomma tutto un patrimonio musicale, progettuale ed umano immenso. Per fare un esempio più chiaro, è come se scomparissero i componenti di una band che accompagna il leader.
Questo post, molto amaro è solo una mia riflessione personale su un'epoca che non mi sarei mai aspettato di vivere e so che moltissime persone che fanno tutt'altro mestiere, stanno vivendo lo stesso dramma, che è economico prima e psicologico/sociale poi.
La società, sarà cambiate profondamente da questa situazione, nel mio ambiente già si vede molto molto bene.