Fcoltrane ha scritto: ↑20/11/2023, 14:13
ps. una domanda per tutti ?
per la vostra esperienza è meglio iniziare con uno strumento che abbia alcuni aspetti problematici e quindi imparare a superare i limiti strumentali con una maggiore tecnica imparando a correggere quei limiti?
o e meglio studiare con uno strumento che ti renda la vita facile (che ad esempio necessiti di minori correzioni)?
la risposta sembrerebbe scontata , ma nel mio caso non lo è per nulla.
perché se si percorre la prima strada sarai in grado con la tecnica di suonare qualsiasi strumento anche quelli del tutto stonati e disomogenei.
se percorri la seconda strada , invece non acquisisci quegli automatismi e quindi puoi suonare solo con lo strumento che consideri migliore e se ti capita di suonare un flicorno cinese sei in braghe di tela.
Come sempre in media stat virtus. Partendo dal presupposto che lo strumento perfetto non esiste e che ogni strumento ha lacune e punti di forza è buona cosa trovare degli strumenti non troppo facili ma nemmeno troppo difficili. In questo senso la stragrande maggioranza degli student che ci sono ingiro sono adattissimi in quanto permettono allo studente di imparare che è lui che deve condurre lo strumento e non che deve farsi condurre dallo strumento, senza però che vi siano delle "problematiche insormontabili" per il neofita che farebbero si che lo studente scappi via a gambe levate dallo studio.
Le attuali serie 2-3-4 della Yama, le Carol e tanti altri che non conosco, ma certamente il buon Luis o Bicho conoscono, sono veramente ottimi strumenti da questo punto di vista. Anche andando indietro nel tempo le citate Director, Ambassador e 600 rappresentano ottime scelte e danno anche la possibilità, a chi è meno malato mentalmente di noi...
, di vivere e suonare per tutta la vita con tale strumento e con immensa soddisfazione.
Non è detto che approcciarsi con uno strumento pro sia la scelta migliore, anzi alla fine si può rivelare con alcuni modelli assolutamente controproducente in quanto magari strumenti troppo estremi per essere gestiti correttamente da chi ancora non ha nemmeno per l'anticamera del cervello cosa sia un salto di ottava o semplicemente una scala od un arpeggio. Una buona student con la quale lavorare ed impegnare il cervello a capire come tendere o ammorbidire le labbra, come velocizzare il flusso d'aria o rallentarlo, come produrre un suono decente farà si che lo studente impari a gestire le situazioni (e gli eventuali imprevisti) e assuma tutte quelle correzioni necessarie a riportare lo strumento nel giusto alveo. Un domani chi avrà imparato che lo strumento va gestito e non bisogna lasciarsi gestire da esso, potrà prendere in mano anche uno strumento pessimo (per fortuna sono veramente pochi) e farlo suonare decentemente. Poi c'è il fattore "abbitudine mentale" e ne parlavo sul post della Holton 48, chi come me è abbituato ad usare tutte trombe dello stesso marchio quando affronta un marchio diverso fa fatica perché i riferimenti e gli accorgimenti (adattamenti) da utilizzare sono differenti rispetto a quelli già interiorizzati. Ma questo non significa che il problema risieda nello strumento, bensì nella capacità/velocità di adattamento al nuovo strumento. Lo stesso identico discorso può essere fatto coi bocchini.