Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Metodi, scale, arpeggi, swing, tutto sulle tecniche di improvvisazione
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Fcoltrane
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Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Fcoltrane »

Più volte nel corso degli anni mi è capitato di confrontarmi ed volte scontrarmi su questo argomento.
Sono fermamente convinto che il suono sia unico ed il controllo dello stesso (in tutti i suoi aspetti sia dinamici che timbrici) sia semplicemente un aspetto tecnico.
Ricordo che ci siamo confrontati su questi aspetti anche qui sul forum, (anche se non trovo il messaggio ,sostenevo e sostengo che ad esempio un musicista come Pierobon (che è un grande interprete di musica classica) abbia un suono jazz perché è in grado di "comunicare" con lo strumento .
Questo modo di ragionare è diretta conseguenza dell'ascolto di tantissimi musicisti sia jazzisti che classici .
La mia idea non è legata specificamente alla sola tromba ma a tutti gli strumenti.
Faccio un esempio concreto per essere ancora più chiaro.
Io provo a esporre un brano come Manha de Carnaval e lo stesso fa Pierobon.
Io magari provo a modificare le frasi inserisco dei cromatismi modifico la dinamica ed il tempo ed il ritmo nella esposizione del tema , Pierobon invece lo suona esattamente come è scritto.
Quale delle due esposizioni avrà il suono jazz ?
per me non ci sono dubbi : Lol : , quella di Pierobon .
ora provate ad ascoltare magari ad occhi chiusi questi due .
Due Maestri indiscussi della tromba e poi rispondete a questa domanda .
E' sostenibile che uno dei due abbia un suono jazz più dell'altro.
O entrambi hanno un suono jazz?
: Chessygrin : : Chessygrin : : Chessygrin :

I suono è suono ed è un po come la musica c'è quella bella e quella un po mena bella


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Matteo Giannini
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Matteo Giannini »

Per conto mio, esiste buona musica e cattiva musica. Etichettare I generi è qualcosa che serve per catalogare i dischi.
(Capo Oro) vecchio suonatore in erba.
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Fcoltrane
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Fcoltrane »

sono d'accordo con te erigere steccati sulle definizioni non serve a nulla, o se serve a qualcosa non ha a che fare con la musica ma con aspetti che poco hanno a che vedere . (e che preferisco non affrontare qui sul forum ) tristemente la storia della musica jazz spesso è stata piena di incomprensioni (basti pensare a musicisti come Trane che sono stati fischiati durante i concerti) e si sostenevano alcune amenità si diceva ha un suono sporco , fuori tempo, o di Bergonzi ha un suono troppo pulito e non è jazz , o di Sandoval (ha un suono sporco che non va bene per la classica ecc... ecc..)
Preferisco circoscrivere l'argomento il suono ( e non la musica in generale ) proprio perché mi viene più semplice argomentare .

un piccolo cenno anche su ciò che suonano :
La particolarità di questa esposizione oltre alle presenza di Maurice Andrè è la scelta della tonalità.
in genere si suona in Si- (la-per il piano) in questo caso invece i due interpreti scelgono di suonare in Re- (D-) spostando l'esposizione del tema verso l'alto.
la fa mi re re do# mi la
(questo è il tema e Maurice cosa fa ? inserisce un pickup il lab prima del la e Dizzy evoca la scala minore armonica.
re mi fa sol la sib do#. (in realtà non la suona tutta perché parte dal sib a scendere ma è certo che sia una minore armonica pre la presenza proprio del
si bb.
In quel punto gli accordi sottostanti sono un II V I minore della tonalità
quindi su re Mi semidiminuito La 7 b9 che va sul Re minore.
alla sesta battuta sentirete un altro cromatismo tipico del linguaggio jazz.
siamo su sol minore quindi per andare sulla terza minore il sib si suona discendendo re do si sib.
per imparare il linguaggio jazz questo è un esercizio che possiamo provare a trasportare su tutte le tonalità
quindi ad esempio siamo su Do minore ed il nostro obbiettivo è la terza minore il mib.
cosa suoneremo ?
presto detto sol fa mi (cromatismo per arrivare al nostro obbiettivo perché non fa parte della scala minore ) ed infine mib
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Marco Muttinelli
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Marco Muttinelli »

Per me non esiste un suono jazz o uno classico ma semmai modi di esprimersi, attraverso lo strumento, diversi. Ognuno ha ilproprio e questi sono due "mostri sacri" sicuramente. Personalmente Dizzy lo adoro per quanti modi diversi riesce a suonare lo strumento, fino a non sembrare nemmeno sé stesso come nell'album "The cool world" e di cui metto uno dei miei brani in assoluto preferiti:


Lo sketch di Maurice André che piega la campana mi ha fatto morire : Lol : e la dismostrazione di come un gigante come lui sappia anche non prendersi troppo sul serio. Davvero splendida poi l'interpretazione dei due assieme.
the "SPECIAL" ist:
38A Victor 1937 - 12B Coprion 1940 - 22B New York Symphony 1940


VICTOR...ia’s secret: 82A - 1925; 8A - 1932; 80A - 1940; 6B - 1968

selezione ristetta: Buescher The 400 T225 1937; 8B Artist 1965;
15B Director 1970; 60B Super Connstellation 1970;

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imboccature
Famous Artist: BI-220, BI-225, BI-420 e AI-312 Pechin
Precision/Imp. Precision: 3, 4, 5 e 6 (tp); 3 e 4 (cn)
Connstellation: 5 B-N, 5 B-W, 7 B-N, 7 C-N, 9 B-W (tp)
E-Z Tone: Elkhart (tp&cn); Abilene (tp); UMI (tp&cn)
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Fcoltrane »

Dizzy è un Maestro .
Bellissimo non lo conoscevo
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Pier
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Pier »

Concordo pienamente con Te Marco, non esiste un suono specifico, io sostengo che il suono è una cosa personale che caratterizza ogni trombettista, ma esiste un modo di interpretare la musica. Vedi Marsalis, un gigante del Jazz, che ha interpretato anche vari brani di musica classica in maniera impeccabile interpretandoli come dovevano essere, allo stesso tempo suona jazz da paura con un mood pazzesco
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Marco Muttinelli
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Marco Muttinelli »

Davvero @Pier.
La cosa che mi stupisce non poco è che i "grandi" del passato, ciascuno aveva una propia personalità marcata nel modo di suonare, mentre adesso mi sembra ci sia una certa "standardizzazione" per cui le nuove leve tendono tutti a suonare più o meno allo stesso modo, mi sembrano tutti utilizzare lo stesso fraseggio, lo stesso timing e financo la stessa timbrica spesso.
Quasi come se ci fosse un modo giusto di suonare e quello va bene per tutti. Penso, invece, a gente che in passato pur affrontando gli stessi brani li suonavano in modo del tutto personale così era impossibile confondere un Chet con un Miles o con un Louis o con un Lee o con un Freddie. Certo ancora alcuni che hanno una spiccata personalità ci sono penso al meraviglioso Harrel o il nostro Amato e sicuramente anche altri ma anche loro non sono più bambini. Nei più giovani mi sembra di scorgere un livello tecnico altissimo ma, appunto, poca personalità.
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Fcoltrane »

Il mondo dei suoni è davvero vario e spesso si confonde il modo di trattare i suoni , il fraseggio , il modo di trattare i suoni , il suono in quanto tale. Proverò a fare degli esempi concreti . Se fai suonare una singola nota lunga a Tom Harrel ed a W Marsalis . La differenza timbrica là si percepisce in maniera esagerata. ( e questo succede ancor di più se li si ascolta senza amplificazione) se poi fai suonare una scala maggiore su tre ottave la differenza la sentì ancora di più. Se poi prendi due trombettisti che suonano con setup simili Giulio Angrisani e DinoRubino la differenza di suono la si sentirà ma la scelta degli intervalli e del fraseggio appare in maniera ancora più deflagrante. Di recente ho ascoltato un trombettista della nuova generazione Hermon Mehari che tratta l’improvvisazione e gli accordi come fanno pochissimi sassofonista e nessun trombettista e quindi non per gradi congiunti ma utilizzando intervalli ampi e non usuali. Il vero problema è che ci sono sempre meno concerti jazz e quindi conoscere nuovi musicisti non è semplice . Lo ripeto sempre per me è solo una abitudine all’ascolto, per quanto riguarda il suono in quanto tale e se si riesce ad ascoltare senza amplificazione è molto molto meglio. Per tutto il resto invece oltre all’abitudine all’ascolto è necessario uno studio ulteriore di trascrizione per capire come vengono trattati gli accordi ecc ( è chiaro che parlo per persone dotate di una preparazione media come me perché se hai l’orecchio assoluto è una grandissima esperienza di improvvisazione sei in grado di replicare qualsiasi linea melodica quasi all’istante)
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Fcoltrane »

per meglio esplicitare il mio pensiero ho trovato questo splendido esempio.
i due trombettisti sono Tom Harrel e Ambrose Akinmusire.
ascoltate con attenzione e provate a capire chi fa il primo solo e chi il secondo.
(c'è da dire che in questo caso Tom suona davvero come un contemporaneo e Ambrose forse anche come segno di rispetto o semplicemente per creare maggiore interpley non esagera con tecnica e fraseggio ).
la differenza la sentirete lo stesso sia dal punto di vista del suono in se sia dal modo di trattare gli accordi e dal fraseggio .
buon ascolto e buon divertimento

ps .per chi indovina la successione dei soli una piccola chicca
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Pier
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Pier »

Marco Muttinelli ha scritto: 15/09/2023, 12:22 Davvero @Pier.
La cosa che mi stupisce non poco è che i "grandi" del passato, ciascuno aveva una propia personalità marcata nel modo di suonare, mentre adesso mi sembra ci sia una certa "standardizzazione" per cui le nuove leve tendono tutti a suonare più o meno allo stesso modo, mi sembrano tutti utilizzare lo stesso fraseggio, lo stesso timing e financo la stessa timbrica spesso.
Quasi come se ci fosse un modo giusto di suonare e quello va bene per tutti. Penso, invece, a gente che in passato pur affrontando gli stessi brani li suonavano in modo del tutto personale così era impossibile confondere un Chet con un Miles o con un Louis o con un Lee o con un Freddie. Certo ancora alcuni che hanno una spiccata personalità ci sono penso al meraviglioso Harrel o il nostro Amato e sicuramente anche altri ma anche loro non sono più bambini. Nei più giovani mi sembra di scorgere un livello tecnico altissimo ma, appunto, poca personalità.
Negli ultimi anni ho frequentato alcune Masterclass con Pierobon il quale è alla continua ricerca del "bel suono". La cosa che continua a ripetere a tutti è : " cercate il bel suono, concentratevi su quello, ascoltate i vostri idoli e cercate di imitarli".
Io penso sia giusto questo approccio ma altresì penso che ognuno di noi ha un proprio suono, che può sicuramente essere modificato, addolcito, arrotondato, ma rimarrà sempre caratteristico del nostro modo di suonare, della nostra fisicità, per questo sostengo che, secondo me, è difficile sentire due trombettisti e non distinguerli l'uno dall'altro.
Ci possono essere suono simili ma mai uguali.
Fcoltrane
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Re: Il suono jazz ed il suono classico ...il duetto

Messaggio da Fcoltrane »

Pierobon ha un gran bel suono è un enorme controllo . È vero che ciascuno ha la propria voce ed il proprio timbro ed il proprio modo di trattare i suoni. È anche vero che se hai tecnica (tanta tanta tecnica) riesci a modificare il suono a tuo piacimento . Cosa vuol dire ? Che uno come Pierobon molto probabilmente riuscirebbe a modificare il suo suono e suonare come me una scala maggiore in maniera tale da renderla quasi indistinguibile . Il contrario invece non è proprio pensabile, ma è comunque un enorme stimolo. Basti pensare alle sue lezioni online se suoni una scala maggiore all’unisono con lui nel mio caso sono sicuro che per alcuni aspetti sono più vicino al mio obbiettivo ( intonazione e dinamica) , quando invece suono da solo molte volte il registro acuto è fuori centro . Per questo credo che questa sia la strada giusta ( imitazione) e peraltro lo stesso consiglio identico mi è stato dato da tanti altri grandissimi musicisti con il sax .
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