Ciao amici di forum. Oggi, come dice il co-amministratore, mi son svegliato filosofeggiante.
Il titolo già dice molto, ma la considerazione che volevo fare è di ordine generale. Less is More è ciò che diceva
Ludwig Mies van der Rohe dell'architettura, da architetto ne ho sempre ragionato nel mio campo e non posso che concordare. Come dice Marco il Conn-ista che, forse qualcuno sa, condivide con me l'essere architetto, parlando di Ville Savoye, sulle lamentazioni della proprietaria che la villa era troppo semplice, Corbu rispose; si ma semplice non significa facile.
Ciò premesso, sempre a livello personale, ho sempre ammirato pochi gesti, poche pennellate, preferendo Mies a Gehry, Kandinsky a Kokoshka, Calvino a Manzoni; ecco, direte voi, si è svegliato storto... invece no, mi son svegliato pupo nel senso giovane nell'animo, in un mondo in cui il fare è sempre considerato prima della speculazione, della riflessione, del vuoto. Ecco stamani mi baloccavo con 3 pezzi: Afro Blue, di Mongo Santamaria, flautista, ma diventata uno standard per merito di Coltrane, Naima e My funny Valentine; ecco passando dall'uno all'altro ho trovato la stessa stupenda sensazione di guardare un'opera di Mies. Pochi elementi, poche note rarefatte che tengono e descrivono un'immensità. Lì son nati molti pensieri che spero di riuscire ad esprimere in modo comprensibile:
come in architettura, quei 4 elementi, quelle poche note meravigliose, se le suoni male fai il vero disastro, rovini proprio tutto;
il vuoto e la rarefazione, personalmente, la preferisco all'esaltazione della tecnica, alla necessità di riempire il vuoto tra una nota e l'altra (forse non ne sono capace) ma preferisco una nota sostenuta a 3 pentatoniche sparate a cannone;
ho capito che ognuno ha voglie e espressività differenti. Il mio linguaggio tende al poco al niente al Wittgenstein che, cercando il senso del Logos e della verità conclude, ovviamente in modo paradossale, che l'unica verità è un segnale stradale che ti dà una direzione.
Questo è il mio sentire in qualsiasi espressione della realtà.