Recentemente, in un colloquio privato avuto con una persona che mi aveva chiesto dei consigli, sono emersi degli spunti particolarmente interessanti. Voglio qui riportare un passaggio espresso da questa persona che trovo particolarmente significativo e potenzialmente utile trattandosi di un legittimo approccio alla questione del vintage (come molti altri). Personalmente mi asterrò da darne un qualunque giudizio di merito in quanto non espressione mia, voglio solo, però, far notare la grande sensibilità che si cela dietro a certe parole. In un post passato ebbi modo di scrivere che una buona strategia per acquistare uno strumento vintage è quella di avere chiare le reali motivazioni che ci spingono a questo passo, qui mi sembra che la consapevolezza sia piena.
"Io preferisco quelle più anzianotte perché hanno un sapore particolare anche come oggetto da collezionismo. A quei tempi, fine anni 30 per intenderci, la meccanica della tromba era matura tant'e' che non ci sono più stati cambiamenti sostanziali. I materiali erano ottimi, tant'e' che i successivi alleggerimenti sono avvenuti più per fattori legati a risparmi nei costi di produzioni che non per effettive necessità musicali. Infatti negli ultimi anni si sono riscoperti gli strumenti appesantiti. Infine in quegli anni sicuramente la produzione richiedeva molta lavorazione manuale, che oggi avrebbe dei costi proibitivi. Mi affascina pensare che a quei tempi curassero così tanto anche la perfezione estetica con metodi di produzione e macchine utensili molto meno precise di oggi. Allora la tromba era un must. Facevano film sui trombettisti e scrivevano musica per esaltarne il timbro. Ora le mode sono cambiate ma per noi che sappiamo apprezzarne il valore è bello possederne alcune...."