Leggo spesso richieste informazioni relativamente ai marchi di bocchini. Premetto che come molti di voi, ne ho "maneggiati" moltissimi come insegnante (quelli degli allievi) e come musicista.
Da diversi anni, dopo aver discusso più volte con Marco Nesi, ne modifico e ne ho modificati ben oltre un centinaio di pezzi, delle più svariate marche.
Diversi li ho sezionati per "vederne" l'interno.
Le modifiche fatte, non solo pranizzandoli ma anche modificando il rim la dove mi è stato chiesto, hanno avuto quasi il 100% di successo, con commenti spesso entusiasti. L'amico Gigi il Bullo, dopo averne provato uno modificato, me ne mandò sette tutti insieme, tutti da modificare.
Il motivo non va ricercato in una eventuale mia "genialità" che non c'è, sia chiaro ma piuttosto nel fatto che se suoni da molti anni, se hai pratica e conoscenza di officina, se sai come tende a comportarsi il bocchino, operare con buon margine di riuscita, non è impossibile. Fanno testo gli splendidi Dario Frate, bocchini progettati e costruiti da un bravissimo meccanico di officina che il trombettista lo fa solo per hobby...
Non è stato tutto indolore, intendiamoci, alcuni bocchini iniziali, li ho sacrificati, spingendomi oltre il limite delle quote possibili, si da poter capire fin dove si può "osare" nelle modifiche. Avevo, insieme a Michele ed Andrea, due carissimi amici, disegnato due modelli originali, con alcune peculiarità costruttive che ritengo ancora oggi interessanti, come lo ZTS "Zero Turbolence System" Ci eravamo anche mossi per la loro produzione in officine CNC ma poi, fatti due conti, il mercato era troppo piccolo per imbarcarsi in spese cmq un po rilevanti. Il modificare un bocchino non è necessariamente motivato dal farne un Ferrari ma piuttosto, farsi fare modifiche che lo rendano il più perfetto possibile per noi, farselo fare su misura insomma. Cosa che difficilmente si riscontra su bocchini in commercio perchè giustamente, destinati a "tutti"
E' un po come Yamaha che non fa una tromba "stile" Monette, per incapacità? Assolutamente no. La Yamaha ha necessità di vendere grossi numeri e per far questo, non vanno fatti strumenti "estremi" Monette ha altro target e soprattutto una azienda di quattro gatti, ragion per cui, poche trombe all'anno ma pagate alla grande, nulla di male, è semplicemente una scelta tra chi è artigiano e chi grande industria...Insomma, se Yamaha volesse, la "Monette" la fa domani mattina e te la vende ad una cifra sicuramente più bassa.
E cmq tornando all'argomento bocchini di mia produzione, il mio mestiere, oggi, è suonare, non potrei dedicare tempo nel seguire una cosa del genere...
Veniamo al dunque, i bocchini sono in lega di ottone tolto qualche marchio (pochi) che ha inutilmente sperimentato materiali e trattamenti superficiali "differenti" che non hanno avuto un reale successo.
La lega può variare leggermente nelle percentuali della sua composizione, soprattutto nella quantità di piombo ma questo ha effetto soprattutto nella facilità della fase di tornitura, gli effetti sonici li ritengo abbastanza trascurabili. Qualcosa la si può ottenere ricuocendo il bocchino, quella che sulla tempra degli acciai, si chiama stornatura, se questi è perfetto per voi ma un troppo brillante timbricamente, una ricottura ad una precisa temperatura tenderà a renderlo più scuro anche se parliamo di differenze davvero risibili ma tant'è.
Il resto è esclusivamente una questione di rapporto tra le varie quote del bocchino, della loro miglior "armonizzazione".
Chi ha tentato estremizzazioni in questo, ha generalmente fallito.
D'altra parte non è per caso che trombe e bocchini siano "sostanzialmente" i soliti da decenni. Provate ad esempio ad ascoltare (Bendati...) una tromba Inderbineen e la mia Alysee, sarà difficile distinguerne significative differenze.
Questo non significa che le trombe siano tutte uguali ma piuttosto, che le differenze ottenibili sono non mostruose come il venditore cerca di far credere.
Nel bocchino, queste differenze sono più avvertibili ma riguardano la distribuzione e l'armonizzazione delle quote, non il marchio.
Per questo, al di la della pubblicità o delle leggende che spesso circolano (anche in buona fede) dovremmo cercare il bocchino prima di tutto "comodo" per noi, che ci permetta di suonare un pomeriggio senza devastarci, piuttosto di quello che appena preso trovi incredibile in certi parametri. Il motivo è semplice, tutto quello che li per li ti da prestazioni strepitose in un certo registro, ti presenterà poi il conto...La classica coperta corta che ben conosciamo.
Direi in conclusione, almeno per mia esperienza, che non è il marchio a fare un buon bocchino ma il suo progetto ben fatto.
Per questo un Gewa potrebbe andarvi meglio di un marchio che costa 3 volte tanto. L'importante insomma, sarebbe il provare senza preconcetti di marchio o di prezzo. A volte si hanno sorprese ed io insisto sempre nel dire, che in prove alla cieca, senza sapere ne marchio ne prezzo del prodotto, a volte ci si rimane male. Perchè anche se non ne siamo coscienti, il nostro cervello è sottoposto all'effetto che chiamerei placebo.
Occhio insomma e zero preconcetti.