Prana o pranizzati

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stefano bartoli
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da stefano bartoli »

Il problema è che la difficoltà sta proprio nel mettere frasi semplici...ci si lavora una vita a scarnificare. E spesso non ci si riesce.


Fcoltrane
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da Fcoltrane »

purtroppo lo so ma fortunatamente ci sono questi grandi musicisti che indicano una direzione.
e poi c'è pure chi ha trascritto tutto il solo e già ci si può fare una idea
due frasi per me bellissime alla battuta 65 la scala diminuita 
e poi la 70 il lick incentrato sulla 6a bemolle terza e finisce sulla nona ....una meraviglia [youtube]LolSm3lNfCA[/youtube]
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Matteo Giannini
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da Matteo Giannini »

stefano bartoli ha scritto:Il problema è che la difficoltà sta proprio nel mettere frasi semplici...ci si lavora una vita a scarnificare. E spesso non ci si riesce.
LESS IS MORE diceva MIES...
(Capo Oro) vecchio suonatore in erba.
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BrassOn '18
Conn: 12B Coprion '53;12A Coprion '53; 22B Victor '57; 6b late '65
Eastar etr330 Pocket
Mp:Gewa 3c e Shilke16b4 pranizzati da Stefano
Conn 7B-N; Conn4 imp.precision; Shires 1.5c; Bach 7c corp; Getzen 7c;
Posseduti: ytr1320s; ytr4335g; YTR 634 '75; 18B Coprion '55; 18A Coprion '56; Mahllion Bruxelles 671 '45
stefano bartoli
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da stefano bartoli »

Ora vi dico come la vedo io sul fraseggio, sulle conoscenze armoniche etc etc e come li intendo e li uso io.
Ho fatto la terza media, poca roba, anche se negli anni 60 la scuola dava una buona formazione, soprattutto nella grammatica. Per cui oggi mi capita spesso su Facebook di incrociare laureati che sbagliano congiuntivi e/o declinazioni di un verbo, che non conoscono ne l'analisi grammaticale ne la differenza di sostantivo ed aggettivo confondendoli spesso. Bene.
La mia ulteriore crescita, sia di nozioni, sia del mondo, mi è venuta, come a molti succede, dalla mia frequentazione del mondo e dei molti lavori che ho fatto.
Per la musica, penso di avere un percorso molto molto simile ai miei colleghi coetanei: Conservatorio, scuola di Jazz, il CAM, lezioni private (tantissimi anni) di strumento, teoria e armonia e seminari jazz. Sono anche stato fortunato, perchè ho vissuto un'epoca dove si potevano fare tantissimi concerti e ben pagati, oggi purtroppo, per i ragazzi, questo è un aspetto doloroso e me ne dispiace molto perchè l'esperienza di palco è parte fondamentale di un percorso,secondo me.

Quando ci si innamora di una persona, i sentimenti e le emozioni, credo siano simili in tutti gli esseri umani. Quindi un innamorato con la prima elementare, proverà probabilmente sensazioni simili al pluri laureato.
probabilmente si troveranno a dire  "Ti amo" sia il disoccupato che il figlio del miliardario.
Anche il letterato dirà la stessa cosa, si, forse infarcita da qualche breve citazione colta ma alla fine il succo rimarrà "Ti amo" perchè alla fine della giostra, puoi essere erudito quanto vuoi, è quella breve frase che sentirai di voler dire.
Nella musica la vedo alla stessa maniera, è importante, è meglio sapere più cose possibili, approfondirle il più possibile ma alla fine per fare cosa?
Per condensare il tutto nella frase "Ti amo"

Quindi, in testa abbiamo milioni di informazionio, di studi fatti, di esperienze e ci accorgiamo che la bellezza sta quasi sempre nel riuscire ad esprimerla in meno note possibile, con frasi più semplici possibile, quel "Ti amo" in musica.
Ed è per me la cosa più difficile da fare, togliere tutte le note "inutili" lasciando solo quelle "essenziali" come diceva Miles.
Alla fine, tutto il nostro sapere serve a darci i mezzi per poterlo condensare tutto quel sapere.
Personalmente insomma, credo che la musica non ci chieda quasi mai di "mostrare" tutto quello che sappiamo ma piuttosto di selezionare, tra tutto quello che sappiamo.

Scusate il discorso forse intortato ma ne ho volute dire troppe...Cmq il mio concetto mi pare chiaro, oltre che banale per molti.
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toro
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da toro »

sara' anche un discorso lungo,ma a me pare un bel discorso che fila......sono d'accordo.
stefano bartoli
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da stefano bartoli »

Da anziani, forse, cambia e quel ti amo, diventa un ti voglio bene. Così come i musicisti invecchiando possono "perdere" parte del fuoco ma le braci sono sempre accese, meno irruente ma non meno belle.
Alak
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da Alak »

ciao a tutti.
Il mio contributo a questo discorso..
Ho detto ti amo solo due volte nella mia vita, una volta ero parecchio ubriaco, e pensavo che stessi morendo; la seconda ci credevo davvero..

Questo perché nonostante lo sappia scrivere non fa parte del mio modo di essere e quindi lo stesso concetto devo esprimerlo attraverso altro, e puoddarsi che il messaggio poi venga percepito diverso, quindi alla fine non sempre raggiunge il risultato sperato; ma anche perché sono cresciuto in un ambiente dove la parola ti amo non si sente.. solo nei film..
questo per dire due cose:
la prima è che lo studio ti porta comunque ad esprimerti ma poi tu decidi cosa dire e come dirlo; la seconda, che comunque se non lo sapessi scrivere, non conoscendo la parola, non saprei esprimerla.. probabilmente non saprei neanche che la parola esista..
quindi per me lo studio del fraseggio, il linguaggio ecc. è principalmente imparare le parole, questo mi fa riconoscere i sentimenti, che so no, non conoscerei.. anche la psicologia in uno dei concetti principali dell'essere umano, distingue emozione da sentimento; il sentimento è la parte cosciente dell' emozione, che invece è inconscia..
Questo vuol dire che lo studio non solo ti accultura a livello semantico ma ti fa crescere a livello espressivo-musicale; trascrivere per esempio un solo non serve per copiare quel solo, ma per "entrare dentro le note" e sentirle in profondità..
siete d'accordo?
buono studio
horn:
Adams A4 0.45
Stomvi Elite 250 ML
mouthpiece:
3c
5c megatone
stefano bartoli
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da stefano bartoli »

Concordo.
Gianni
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Re: Prana o pranizzati

Messaggio da Gianni »

: Thanks :
stefano bartoli ha scritto:Riflessioni interessanti le vostre e in gran parte per me, condivisibili. L'importante penso sia "scavare" poi ognuno è giusto giunga alle sue personali conclusioni.
Credo che nelle arti in particolare, non esista nessuno che possa "dar lezione" ad un'altro, proprio perchè le arti sono frutto di elaborazione personale. Se mai si può dare la propria testimonianza senza presunzione alcune ma coscienti che le arti sono un percorso umano collettivo e individuale al contempo.
Nessun artista di gran vaglia ha mai suonato che io sappia, pensando "ora insegno qualcosa a qualcuno" oppure "ora faccio qualcosa che rimanga nella storia" Le persone che hanno scavato, che si sono date agli altri talvolta involontariamente, hanno semplicemente esposto alla mercè degli altri, le loro idee, la loro fragilità in un processo probabilmente inconscio, disinteressato.Facevano quello che sentivano, semplicemente. Qualcuno ha apprezzato ed assimilato, elaborato, altri ne hanno fatto stracci.
Personalmente ho sempre amato molto di più, quelli più "insicuri" più fragili, probabilmente perchè anche io sono così. Ma cmq sono quelli che mi arrivano di più.

Direi che la lezione più grande che credo di aver imparato da anni di frequentazione con le arti e con la vita, è la bellezza (per me) dell'imperfezione che alla fine è la cosa più vera che c'è, la più genuina e direi, quella che meglio descrive la storia dell'umanità, nel bene e nel male.
Solo gli imbecilli hanno granitiche certezze, sempre per me.
Basta farsi un giro nei cimiteri e vedere come anche di un Bach rimanga solo una vecchia e scolorita lastra di marmo ed un cumulo di terriccio sul quale le piante, ogni anno mostrano nuovi fiori, come dire, nulla è per sempre e la vita va avanti, anche senza di te. Chiunque tu sia stato.
Ma al contempo, è fondamentale tu sia esistito.
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