Avviare a principiare

Le tecniche di base per suonare uno strumento musicale, suggerimenti e nozioni principali.
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stefano bartoli
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Avviare a principiare

Messaggio da stefano bartoli »

Chiacchierando con amici ed allievi, mi sembra il caso di raccontare qualcosa riguardo lo studio del nostro strumento, per incoraggiare e anche per smitizzare alcuni gotha del percorso di studi.
Personalmente, sapete che vengo da varie esperienze lavorative, ho iniziato a lavorare a 8 anni, alla trancia di una pelletteria, nel periodo delle vacanze scolastiche. Già allora mi improvvisavo batterista sui fusti di cartone del Dixan lavatrice. A 15 anni sono entrato realmente nel mondo del lavoro, officine meccaniche di alta produzione, sui torni a revolver ed altre diavolerie, stampi di precisione in seguito, avendo fatto poi i corsi serali della CGIL per specializzarmi. Autista con furgoni da patente A, socio progettista e tuttofare (dalla produzione all'assemblaggio) nella mia ex Bluenote, oggi Gold Note.
Nel frattempo ero iscritto al conservatorio e frequentai Siena Jazz. Il tutto condito da molti anni di studi privati, sia strumentali che di armonia. Ma fino a quasi 30 anni son stato studente e poi insegnante di batteria Jazz che avevo studiato al mitico CAM con Piero Borri. Quasi trentenne, inserito da tempo nel circuito jazz, mi ero "specializzato" sullo stile di Max Roach. Arriva però un tempo in cui i colleghi mi dicono che ci sono ora dei batteristi con un nuovo stile e che dovrei aggiornarmi ma io ero troppo innamorato di Roach e del mio approccio tematico allo strumento, non me la sentivo di stravolgere anni di lavoro.
Siccome al contempo ascoltavo ed amavo alcuni trombettisti, ed in particolare: Chet, Miles, Wheeler, Shaw ed il primo Rava, decisi di lasciare la batteria e ben 40 allievi e iniziare a studiare tromba. Il percorso fu quello di cui sopra, Siena Jazz e diversi insegnanti negli anni fino agli esami di conservatorio. Ricordo che stavo anche 8 ore sullo strumento e a volte era davvero dura.Ma come mi dice sempre Giusi, la mia compagna, sono bulimico, in tutto quello che faccio. I primi approcci al jazz, con la tromba, furono sulla enciclopedia Fabbri, "I giganti del jazz" c'erano la storia, le biografie e soprattutto gli spartiti "minus one" con cassetta stereo sette allegata.
Il primo approccio fu con Bags groove, un blues in F che si basa sulla ripetizione di una frase sempre uguale, benche l'armonia, ovviamente si muova. Ricordo di averci lavorato per settimane prima di iniziare a poterci fare un solo almeno decente e soprattutto che tenesse conto della logica che ogni struttura ha.
Ho studiato davvero tanto, ho rinunciato a molte cose ed anche la famiglia, con i miei tre figli, ne ha sofferto, sia economicamente sia perchè ero fisso a studiare. Però funziona così, se vuoi fare il "professionista" la vita attorno ne viene sacrificata e con lei, la famiglia.Non lo consiglierei a tutti, anche perchè, difficilmente i sacrifici corrispondono a soddisfazioni e/o riconoscimenti ma è così, è una specie di malattia che se ti prende, ti sfonda.

Discorso molto diverso quello dell'hobbysta. In questo caso, l'insegnante dovrebbe imparare a rispettare quell'allievo per il quale lo studio della musica non vuol approdare alla professione ma magari è sfogo, divertimento, distrazione e piacere di suonare o di stare con gli altri.
Questo non significa che l'hobbysta suoni sempre inevitabilmente peggio del professionista, non è detto. Ho avuto allievi hobbysti che suonavano davvero bene e alcuni, oggi fanno dischi ad alto livello.
Però, per mia esperienza posso dire che chiunque si avvicini ad una disciplina, dovrebbe darsi delle regole minime, degli obbiettivi chiari, piccoli o grandi che siano.
Ecco perchè consiglio sempre di starci diverso tempo su ciascun brano che si voglia studiare piuttosto che affrontarne uno ogni mezz'ora. Quello che si scopre, che si impara su un singolo pezzo, può essere poi in parte, traslato su molti altri brani.

Insomma, hobbysta o meno, approfondire, scandagliare e riflettere molto prima di passare ad un'altro brano.

Discorso diverso per chi affronti un percorso classico ma anche li, approfondire, scandagliare e riflettere, rimango basi imprescindibili.
Dopo di che, cercare di stare bene e poter trarre gioia anche dallo studio, senza farsi il sangue amaro o inseguire la carriera di miti che per una serie di ragioni, hanno poco a che spartire con noi.
Va fatto insomma, un percorso personalizzato e adatto a quel che noi, siamo. Diversamente si raccoglieranno molte cocenti delusioni.
Infine, non farsene una malattia della tecnica strumentale ma studiare quel che serve per poter poi esprimere il nostro racconto in musica. Nessuno può essere Hardenberger e Miles nella stessa vita, vanno fatte delle scelte e quelle scelte produrranno percorsi di studio differenti. Non è realmente possibile suonare davvero bene Mozart e Mingus, bisogna capirlo e non cadere nel tranello del "Quello suona bene tutto" non è vero.

Buon studio e buon divertimento ma sempre con coscienza...


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Matteo Giannini
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Re: Avviare a principiare

Messaggio da Matteo Giannini »

: Smartass :
Grazie amico mio trovo che il tuo post centri e sia spunto di molti argomenti. Uno è fondamentale: insegnare bene non ha nulla a che fare con la tua eccellenza nel lavoro che fai. Nel mio campo, l'architettura, esistono eccellenti prof sionisti poco adatti a insegnare quello che sanno e comunicare la passione necessaria perché lo studio sia proficuo. Contrariamente esistono ottimi insegnanti che non sono grandi architetti. Però li ascolti e ti aprono percorsi affascinanti. Ritengo che con la.musica sia la stessa cosa. Esistono anche rarissime chimere che sanno fare entrambe le cose e quelli sono pochini.
(Capo Oro) vecchio suonatore in erba.
Strumenti:
BrassOn '18
Conn: 12B Coprion '53;12A Coprion '53; 22B Victor '57; 6b late '65
Eastar etr330 Pocket
Mp:Gewa 3c e Shilke16b4 pranizzati da Stefano
Conn 7B-N; Conn4 imp.precision; Shires 1.5c
Posseduti: ytr1320s; ytr4335g; YTR 634 '75; 18B Coprion '55; 18A Coprion '56; Mahllion Bruxelles 671 '45
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