Nodi,tensioni e collo campana nello strumento
Inviato: 27/09/2020, 11:13
Giorni or sono avevo fatto un video al riguardo, l'ho inviato a Michele per poterlo postare ma con What's app non è passato, troppi byte, 12 minuti circa. Ieri l'ho rifatto pensando "devo essere più sintetico" risultato, 23 minuti...Non ci ho nemmeno provato ad inviarlo e l'ho cestinato...Il primo video cmq per chi ne avesse possibilità e voglia, è rintracciabile sulla mia pagina Facebook, li sono riuscito a scaricarlo. (la mia pagina è Stefano Bartoli)
Dunque, i nodi.
Ogni nota che noi produciamo, attraversa tutto lo strumento in forma di due sinusoidi, una che chiameremo positiva e l'altra negativa, quasi una raffigurazione di onde in contro fase tra loro ma solo apparentemente, giacchè due suoni in contro fase si annullerebbero tra loro...
Ad ogni nota prodotta cambia la frequenza e di conseguenza la qualità della sinusoide, ovvio. Supponiamo ora che un A a 440hz produca una sinusoide di circa due centimetri di lunghezza. Ne consegue che un A a 220hz produrrà una sinusoide pari al doppio, quattro centimetri e così via.
Queste lunghezze in centimetri sono scandite dall'incrocio delle due sinusoidi, positiva e negativa, quel punto si chiama "nodo".
E' stato scritto da qualcuno, da qualche parte che se uno o alcuni di questi nodi ciclici, cadessero in punti di giunzione/saldatura, lo strumento "risuonerebbe" peggio o meno. Il riferimento nodo/saldatura è principalmente stato riferito a dove piazziamo i due braccetti che uniscono cannello e campana ma anche (aggiungerei io) le giunzioni macchina/cannello/campana e la dove ci sono, i braccetti sulla pompa generale, a volte uno, altre volte due.
Per cui si è raccomandato di saldare tutte queste giunzioni "lontano dai nodi"
In realtà la cosa è infattibile, poichè i nodi si spostano di posizione al cambiare della nota suonata!
Ergo, sui nodi il ragionamento fattibile è uno solo: rassegnarsi ad una legge fisico/meccanica impossibile da gestire/modificare a meno di non avere braccetti intelligenti, i quali si spostano di posizione al variare della nota...stiamo parlando di super fantascienza, ovvio.
Le tensioni.
Lo strumento pur ben costruito, viaggia in gig bag che non lo proteggono da urti, torsioni etc. Il cambio di temperatura stagionale stesso lo sottopone a micro movimenti del materiale (espansione o compressione), ergo, lo strumento è "vivo" e ogni tot di anni andrebbe dissaldato si da ricontrollare se nei vari punti di giunzione si sono accumulate tensioni, se ci si sono messe le mani addirittura cambiandone delle parti (Campana, cannello, pompa generale,receiver, braccetti etc) ancor più è probabile vi siano ora tensioni.
Le tensioni proibiscono alle parti dello strumento di vibrare meccanicamente libere e lo tengono in tensione, in trazione o compressione che sia, sempre di tensione trattasi.
Il timbro e la nostra sensazione di strumento duro o meno che noi abbiamo suonandolo, hanno a che fare anche con questa questione delle tensioni. Uno strumento con delle tensioni suonerà con meno armonici, meno risonante e sembrerà più "duro" da mettere in moto.
Per togliere queste tensioni va dissaldato e rimontato lo strumento, facendo attenzione che ogni parte saldata sia al suo posto senza ASSOLUTAMENTE DOVER ESSERE COSTRETTA E/O FORZATA. Per cui potrà verificarsi che qualche braccetto debba essere piegato in maniera leggermente diversa da come era in origine.
I due braccetti di giunzione cannello/campana possono inoltre essere riposizionati in un punto diverso si da ottenere la massima risonanza. Ma come scoprire quale è il punto giusto?
Bisogna fare un ragionamento: Al cambiare di ogni nota, cambia INEVITABILMENTE la quantità e soprattutto la qualità della vibrazione, ovvio (parliamo di vibrazione meccanica dello strumento eh) Per cui non esiste un punto perfetto nel quale posizionare i braccetti si che lo strumento vibri/risuoni al massimo in TUTTA LA SUA ESTENSIONE ( o per meglio dire, la nostra estensione...)
Quindi? Beh, quindi bisogna decidere quale porzione di estensione (ottava o porzioni di questa) decidiamo di "privilegiare" qual'è l'ottava o l'ambito in cui suoniamo di più. Un acutista starà prevalentemente nel registro acuto, un solista jazz pop etc starà prevalentemente nel registro medio e basso.
Una volta fatto questo ragionamento, si suona una scala cromatica molto lentamente e spostando ogni volta la posizione di saldatura dei due braccetti, si cerca di sentire in quale posizione lo strumento risuoni meglio, di più ed in quale zona (Ottava o porzioni di questa). Piazzati i due braccetti cannello/campana, si può fare la stessa cosa con il braccetto o i braccetti della pompa generale la dove ci fossero. Addirittura toglierli è a volte la soluzione (quelli sulla pompa generale eh)
Questo discorso sulle tensioni meccaniche vi ricorda che il suono prodotto dal ns strumento è composto da ciò che esce dalla campana e dalla qualità delle vibrazioni MECCANICHE dello strumento e delle sue parti (Non solo la campana ma TUTTE le parti che lo compongono) Per questo quando si cambia la massa con vari appesantitori o si mettono parti in gomma (o ring) o teflon (le guide pistoni) il timbro, la reattività dello strumento cambiano...Generalmente potremmo affermare che ogni oggetto aggiunto, che sia di materiale diverso da ottone o rame, tende a far risuonare meno o peggio lo strumento. (per mia opinione, anche gli steam dei pistoni andrebbero fatti in ottone, per una continuità di vibrazione dei materiali)
Il collo campana.
Troppo spesso si da importanza solo al diametro, allo spessore ed al materiale della campana, giusto ma relativamente a suono scuro o chiaro, sensazione di retropressione e proiezione, grandissima importanza la riveste il diametro del collo della campana.
Cercando di semplificare, diciamo che il collo è inteso come la parte della campana che va da poco dopo la curva, fino a dove la campana apre/stramba sul flare. Quella zona può essere differente in molte campane, anche se la differenza non va oltre pochi mm, l'effetto è notevole.
Su moltissime vintage, il collo è "stretto", su alcune trombe odierne (soprattutto le artigianali) il collo è decisamente maggiorato come diametro.
Anche quì è una coperta corta, dipende dal genere che suoniamo e dai nostri gusti. Un collo più largo tenderà a produrre un tono più scuro e meno definito, anche la proiezione ne perde. Un collo più stretto, tenderà a dare suono più chiaro, più proiezione, attacchi più marcati.
Un collo più grande è più disponibile ad ottenere molte timbriche al variare del bocchino, un collo più stretto, tenderà a risultare più "indifferente" al cambio del bocchino.
Questo in linea generale, poi la questione diametro del collo si interfaccia implacabilmente anche con altri parametri: materiale, spessore lastra, dimensionie forma del rim, diametro campana. Per questo la progettazione della campana non è una cosa banale. Difficile mettere d'accordo tutte queste variabili usando calcoli matematici, solitamente la strada è empirica, cioè fare tanti esperimenti variando ed incrociando tutte queste cose, il che richiede tempo e molti soldi...
Tutti ma proprio tutti questi discorsi, riguardano principalmente le sensazioni ed il suono, percepiti DA DIETRO lo strumento, cioè dal suonatore. Davanti alla campana, a qualsiasi distanza, la percezione dell'ascoltatore, del pubblico a tutte le modifiche possibi e sopra dette, sarà infinitamente minore. Potremmo addirittura affermare un paradosso: L'ascoltatore è quasi impossibilitato a distinguere differenze prodotte da queste modifiche. L'ascoltatore, non riesce quasi a distinguere neppure una tromba dall'altra (marche e/o modelli differenti) Ma non per sua colpa o imperizia, è che tra davanti o dietro lo strumento, le cose cambiano e parecchio.
Ne consegue che la maggior parte delle cose dette, servono al 99% al suonatore, a fargli percepire suono e sensazioni che lo mettano fisicamente e psicologicamente, nella miglior condizione possibile, al pubblico tutto questo non arriva o se arriva, lo fa in una parte davvero trascurabile.
TUTTO quello che ho scritto è frutto della mia esperienza e di officina e di ex progettista di giradischi, bracci e accessori meccanici per l'hi fi e anche di musicista "modificatore" di trombe ma sia chiaro è la MIA PERSONALE OPINIONE senza nessuna pretesa di affermare certezze in un campo che definire minato è ancora insufficiente.
[youtube]ZBVnci6EJvg[/youtube]
Dunque, i nodi.
Ogni nota che noi produciamo, attraversa tutto lo strumento in forma di due sinusoidi, una che chiameremo positiva e l'altra negativa, quasi una raffigurazione di onde in contro fase tra loro ma solo apparentemente, giacchè due suoni in contro fase si annullerebbero tra loro...
Ad ogni nota prodotta cambia la frequenza e di conseguenza la qualità della sinusoide, ovvio. Supponiamo ora che un A a 440hz produca una sinusoide di circa due centimetri di lunghezza. Ne consegue che un A a 220hz produrrà una sinusoide pari al doppio, quattro centimetri e così via.
Queste lunghezze in centimetri sono scandite dall'incrocio delle due sinusoidi, positiva e negativa, quel punto si chiama "nodo".
E' stato scritto da qualcuno, da qualche parte che se uno o alcuni di questi nodi ciclici, cadessero in punti di giunzione/saldatura, lo strumento "risuonerebbe" peggio o meno. Il riferimento nodo/saldatura è principalmente stato riferito a dove piazziamo i due braccetti che uniscono cannello e campana ma anche (aggiungerei io) le giunzioni macchina/cannello/campana e la dove ci sono, i braccetti sulla pompa generale, a volte uno, altre volte due.
Per cui si è raccomandato di saldare tutte queste giunzioni "lontano dai nodi"
In realtà la cosa è infattibile, poichè i nodi si spostano di posizione al cambiare della nota suonata!
Ergo, sui nodi il ragionamento fattibile è uno solo: rassegnarsi ad una legge fisico/meccanica impossibile da gestire/modificare a meno di non avere braccetti intelligenti, i quali si spostano di posizione al variare della nota...stiamo parlando di super fantascienza, ovvio.
Le tensioni.
Lo strumento pur ben costruito, viaggia in gig bag che non lo proteggono da urti, torsioni etc. Il cambio di temperatura stagionale stesso lo sottopone a micro movimenti del materiale (espansione o compressione), ergo, lo strumento è "vivo" e ogni tot di anni andrebbe dissaldato si da ricontrollare se nei vari punti di giunzione si sono accumulate tensioni, se ci si sono messe le mani addirittura cambiandone delle parti (Campana, cannello, pompa generale,receiver, braccetti etc) ancor più è probabile vi siano ora tensioni.
Le tensioni proibiscono alle parti dello strumento di vibrare meccanicamente libere e lo tengono in tensione, in trazione o compressione che sia, sempre di tensione trattasi.
Il timbro e la nostra sensazione di strumento duro o meno che noi abbiamo suonandolo, hanno a che fare anche con questa questione delle tensioni. Uno strumento con delle tensioni suonerà con meno armonici, meno risonante e sembrerà più "duro" da mettere in moto.
Per togliere queste tensioni va dissaldato e rimontato lo strumento, facendo attenzione che ogni parte saldata sia al suo posto senza ASSOLUTAMENTE DOVER ESSERE COSTRETTA E/O FORZATA. Per cui potrà verificarsi che qualche braccetto debba essere piegato in maniera leggermente diversa da come era in origine.
I due braccetti di giunzione cannello/campana possono inoltre essere riposizionati in un punto diverso si da ottenere la massima risonanza. Ma come scoprire quale è il punto giusto?
Bisogna fare un ragionamento: Al cambiare di ogni nota, cambia INEVITABILMENTE la quantità e soprattutto la qualità della vibrazione, ovvio (parliamo di vibrazione meccanica dello strumento eh) Per cui non esiste un punto perfetto nel quale posizionare i braccetti si che lo strumento vibri/risuoni al massimo in TUTTA LA SUA ESTENSIONE ( o per meglio dire, la nostra estensione...)
Quindi? Beh, quindi bisogna decidere quale porzione di estensione (ottava o porzioni di questa) decidiamo di "privilegiare" qual'è l'ottava o l'ambito in cui suoniamo di più. Un acutista starà prevalentemente nel registro acuto, un solista jazz pop etc starà prevalentemente nel registro medio e basso.
Una volta fatto questo ragionamento, si suona una scala cromatica molto lentamente e spostando ogni volta la posizione di saldatura dei due braccetti, si cerca di sentire in quale posizione lo strumento risuoni meglio, di più ed in quale zona (Ottava o porzioni di questa). Piazzati i due braccetti cannello/campana, si può fare la stessa cosa con il braccetto o i braccetti della pompa generale la dove ci fossero. Addirittura toglierli è a volte la soluzione (quelli sulla pompa generale eh)
Questo discorso sulle tensioni meccaniche vi ricorda che il suono prodotto dal ns strumento è composto da ciò che esce dalla campana e dalla qualità delle vibrazioni MECCANICHE dello strumento e delle sue parti (Non solo la campana ma TUTTE le parti che lo compongono) Per questo quando si cambia la massa con vari appesantitori o si mettono parti in gomma (o ring) o teflon (le guide pistoni) il timbro, la reattività dello strumento cambiano...Generalmente potremmo affermare che ogni oggetto aggiunto, che sia di materiale diverso da ottone o rame, tende a far risuonare meno o peggio lo strumento. (per mia opinione, anche gli steam dei pistoni andrebbero fatti in ottone, per una continuità di vibrazione dei materiali)
Il collo campana.
Troppo spesso si da importanza solo al diametro, allo spessore ed al materiale della campana, giusto ma relativamente a suono scuro o chiaro, sensazione di retropressione e proiezione, grandissima importanza la riveste il diametro del collo della campana.
Cercando di semplificare, diciamo che il collo è inteso come la parte della campana che va da poco dopo la curva, fino a dove la campana apre/stramba sul flare. Quella zona può essere differente in molte campane, anche se la differenza non va oltre pochi mm, l'effetto è notevole.
Su moltissime vintage, il collo è "stretto", su alcune trombe odierne (soprattutto le artigianali) il collo è decisamente maggiorato come diametro.
Anche quì è una coperta corta, dipende dal genere che suoniamo e dai nostri gusti. Un collo più largo tenderà a produrre un tono più scuro e meno definito, anche la proiezione ne perde. Un collo più stretto, tenderà a dare suono più chiaro, più proiezione, attacchi più marcati.
Un collo più grande è più disponibile ad ottenere molte timbriche al variare del bocchino, un collo più stretto, tenderà a risultare più "indifferente" al cambio del bocchino.
Questo in linea generale, poi la questione diametro del collo si interfaccia implacabilmente anche con altri parametri: materiale, spessore lastra, dimensionie forma del rim, diametro campana. Per questo la progettazione della campana non è una cosa banale. Difficile mettere d'accordo tutte queste variabili usando calcoli matematici, solitamente la strada è empirica, cioè fare tanti esperimenti variando ed incrociando tutte queste cose, il che richiede tempo e molti soldi...
Tutti ma proprio tutti questi discorsi, riguardano principalmente le sensazioni ed il suono, percepiti DA DIETRO lo strumento, cioè dal suonatore. Davanti alla campana, a qualsiasi distanza, la percezione dell'ascoltatore, del pubblico a tutte le modifiche possibi e sopra dette, sarà infinitamente minore. Potremmo addirittura affermare un paradosso: L'ascoltatore è quasi impossibilitato a distinguere differenze prodotte da queste modifiche. L'ascoltatore, non riesce quasi a distinguere neppure una tromba dall'altra (marche e/o modelli differenti) Ma non per sua colpa o imperizia, è che tra davanti o dietro lo strumento, le cose cambiano e parecchio.
Ne consegue che la maggior parte delle cose dette, servono al 99% al suonatore, a fargli percepire suono e sensazioni che lo mettano fisicamente e psicologicamente, nella miglior condizione possibile, al pubblico tutto questo non arriva o se arriva, lo fa in una parte davvero trascurabile.
TUTTO quello che ho scritto è frutto della mia esperienza e di officina e di ex progettista di giradischi, bracci e accessori meccanici per l'hi fi e anche di musicista "modificatore" di trombe ma sia chiaro è la MIA PERSONALE OPINIONE senza nessuna pretesa di affermare certezze in un campo che definire minato è ancora insufficiente.
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