Signori!
Credo ben interpretando il ruolo che rivendico di umillimo soffiatore ed utente ignaro delle più elementari nozioni trombettistiche, ardisco distrarre l'attenzione degli utenti dalle massime teoretiche per una questione (s)picciola e molto plebea, ovvero l'auspicabile quantificazione della condensa per ora di applicazione allo strumento. Mi spiego meglio: è normale dover assumere circa 750ml d'acqua per ora di sessione e riversarne almeno la metà nei condotti metallici, da purgare quindi continuamente ogni pochi minuti per evitare il fastidioso gorgoglio che ne denota l'avvenuta saturazione? Immagino di no: quindi cosa c'è che non va nella mia fisiologia o, più probabilmente, nella respirazione, che mi constringe ad allagare quotidianamente il pavimento della sala prove, con conseguente ed immaginabile schifo della consorte, che, già mal tollerando l'invadente cacofonia del sonoro strumento, vieppiù si certifica nella sua avversione al detto e quasi per un malinteso metaforico (meritevole d'indagine freudiana, probabilmente, se non esulasse dalla casistica qui rappresentata) estende per lata metonimia il suo bando affettivo dallo strumento all'incolpevole e disgraziato esecutore?
Ringrazio sentitamente per ogni lume.