Respirazione Circolare

Le tecniche di base per suonare uno strumento musicale, suggerimenti e nozioni principali.
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Michele Lupi
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Respirazione Circolare

Messaggio da Michele Lupi »

Buongiorno
sul gruppo di Forum Tromba Fb mi hanno richiesto alcuni testi sulla respirazione circolare.
Ne avevo 2 in archivio su Hard Disk ( non so quanto approfonditi ).
Per evitare di inviare email da oggi per i prossimi mesi e per renderli disponibili a tutti gli utenti
li copio in questo apposito Post.
Michele


Trumpet - Brasson
Mouthpiece -Bach 3CW
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Michele Lupi
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Re: Respirazione Circolare

Messaggio da Michele Lupi »

La respirazione circolare
di Claudio Ricciardi
Pubblicato su World Music numero 53 del 2002.
La tecnica della respirazione circolare consente di emettere un suono
continuo, suonando uno strumento a fiato. Viene utilizzata da musicisti
di ogni latitudine ed in contesti che spaziano dalla musica etnica alla
contemporanea, al jazz. Gli articoli che seguono introducono gli
elementi fondamentali di questa tecnica - che chiunque può imparare
- e passano in rassegna gli strumenti con i quali ottenere un flusso
sonoro senza pause.
La respirazione circolare, detta anche respirazione a fiato continuo,
sembra immersa in un alone di mistero e generalmente la nostra
prima reazione, quando veniamo a sapere di questa possibilità, è di
incredulità seguita da una proposizione di impossibilità a praticarla.
Naturalmente tutto ciò va al di là di concezioni mistiche od esoteriche,
dato che è semplicemente una tecnica che tutti possono imparare.
Inoltre è anche utile osservare che il tutto si basa su un trucco, se
possiamo usare questo termine, in quanto non c’è niente di circolare,
ma che semplicemente nel momento che inaliamo l’aria dal naso
utilizziamo per poco più di un secondo l’aria residua presente nelle
nostre guance. Facciamo cioè diventare la nostra bocca una piccola
riserva d’aria come l’otre della zampogna o della cornamusa ed in
questo modo riusciamo a produrre un suono che non si spezza mai.
Silvestro Baglioni, direttore dell’Istituto di fisiologia umana
dell’Università di Roma nel 1918, è l’unico fisiologo, a mia conoscenza,
che si è interessato di questa tecnica eseguendo un esame della
fisiologia respiratoria di Francesco Piga durante l’esecuzione con le
launeddas. Egli riporta inoltre in una dichiarazione che “il Piga mi
confessava che egli all’inizio della sua professione per circa dieci anni
non era riuscito, per quanti sforzi e tentativi facesse, ad imparare a
respirare senza interrompere il suono. Un bel giorno ad un tratto ne
divenne padrone”. In una nota del libro a cura di Leydi e Guizzi, dove
si trova ripubblicato il lavoro di Baglioni, si fa giustamente notare
come l’atteggiamento di fronte all’estraneo intervistatore fosse dovuto
al fatto che “quasi tutti i suonatori e costruttori popolari tendono a
miticizzare vari aspetti del loro mestiere. Non è infatti logico che Piga
abbia fatto il professionista senza saper respirare a fiato continuo e
che a questo traguardo sia giunto quasi d’improvviso. In realtà
esistono metodi didattici tradizionali per insegnare e imparare larespirazione continua, tecnica che, oltre tutto, non presenta quelle
difficoltà pressochè insormontabili che spesso i suonatori vogliono far
credere. Oggi diversi musicisti di jazz la usano tranquillamente”
(Leydi, R. e Guizzi, F., 1994). Infatti, musicisti come i trombettisti
Howard Leather, Clark Terry e Maynard Ferguson, i trombonisti Urbie
Green, Bill Watrous, Stuart Dempster, Scott Irvine (suonatore di tuba),
i sassofonisti Grover Washington jr., Sonny Rollins, Don Menza, James
Moody, Evan Parker, Eugenio Colombo, Roberto Laneri, Gianni Gebbia
per citarne solo alcuni, l’hanno utilizzata e la utilizzano mostrando
capacità notevoli di gestione della tecnica. Il fatto interessante nel
praticare questa tecnica suonando, per esempio, il didgeridoo è che la
presa di aria che tende a modificare il timbro del suono prodotto,
entra a tutti gli effetti nella circolarità del suono e del ritmo che si
esegue divenendo parte integrante degli elementi della costruzione
musicale che si sta eseguendo. Migliorando la tecnica e suonando
lentamente si può evitare di far sentire la presa del fiato rendendo il
suono continuo senza interruzioni ritmiche. Inoltre la tecnica può
essere usata anche in altro modo e cioè non circolarmente insieme al
ritmo, ma prendendo un lungo respiro iniziale e cominciando a
suonare senza respirare come con gli altri strumenti a fiato, ed usando
la tecnica, senza interrompere il suono, solamente quando serve l’aria
che è finita nei polmoni.
La descrizione della tecnica, i tentativi di praticarla, le difficoltà
incontrate, ed il particolare significato che la musica assume
“ascoltando l’ “altro lato” da “questo lato”, sono riferite
dall’antropologo canadese David H. Turner, che dal 1970 per circa
trent’anni è vissuto ed ha studiato la musica degli aborigeni nei
territori del nord a Groote Eyland e Bickerton Island.
Brevi cenni storiciTra gli strumenti a fiato più antichi conosciuti nella storia dobbiamo
citare l’aulos (canna, ossia aerofono di canna). Nella Grecia antica
l’aulos era uno strumento molto popolare che veniva suonato durante
i banchetti da musicisti di umili origini sia uomini che donne. Legato a
particolari situazioni di teatro, guerra, riti agresti, era nello stesso
tempo associato alla trance e al vizio. Esiste inoltre un’immagine di
auleta in mezzo a guerrieri armati, con le canne dei clarini rivolte al
cielo.
“Per quanto riguarda timbro e sonorità si può, senza timore di errore,
asserire che erano, come in tutto il bacino del Mediterraneo,
assordanti e acuti.
Le pitture mostrano gli auleti che soffiano nei loro strumenti,
gonfiando le guance o addirittura
tenendole piatte, segno che si
soffiava, come è quasi d’obbligo per
questo strumento, la respirazione
circolare, che consente di suonare
senza riprendere fiato e dunque
senza
interruzione.
Suonati,
diciamo,
alla
mediterranea, il clarinetto doppio o l’oboe hanno intonazioni
veementi, un suono forte e roco, un’intensità emozionale tanto più
grande in quanto lo strumento può suonare per più ore senza
interruzione” (Rouget G., 1980, p.295). La tensione delle gote negli
oboi semplici dei popoli musulmani viene spesso sostenuta dalla
presenza, davanti le labbra, di una rondella di osso o metallica che
favorisce la tenuta della camera d’aria della bocca; questa pressione
si mantiene quanto più vengono pressate le labbra che comprimono
l’aria contenuta nella bocca, dandole più forza nel passare attraverso
la doppia ancia e fornendo un ritorno di pressione tale da permettere
la presa del fiato utile per la respirazione circolare. “Nella parte
occidentale di Giava, in luogo del disco, si applicano al bocchino
“grandi ali di cocco” come le chiama Kunst, le quali formano una
mezzaluna che si estende da un orecchio all’altro, come una fetta di
melone attraverso la faccia di chi la sta mangiando, allo scopo di
sostenere
le
gote
enfiate”.
(Baines,
A.
1961,
p.49).
Anche C. Sachs riporta alcune notizie storiche sulla tecnica di
esecuzione: “Il sonatore teneva in bocca tutto il segmento finale del
clarinetto con l’ancia vibrante: la cavità orale fungeva da serbatoio
d’aria, la inspirazione avvenendo per il naso, e la bocca poteva
emettere un flusso costante di aria. Come avviene per i soffiatori di
vetro. Non risultavano possibili naturalmente variazioni di timbro ed’intensità, considerato il tipo di insufflazione: il suono riusciva sempre
d’egual forza, insieme insistente e penetrante. I suonatori delle
launeddas sarde (un tipo di clarinetto) addestrano i loro allievi in
questa difficile tecnica col farli soffiare in una cannuccia la cui
estremità inferiore pesca in una scodella d’acqua: il gorgoglio
dev’essere
continuo,
indipendentemente
dalla
respirazione
dell’allievo; quando si interrompe, il maestro richiama il futuro
sonatore con un colpetto sull’orecchio. L’autore potè appurare al Cairo
che i sonatori d’oboe egiziani venivano istruiti con identico tirocinio”.
A. Bresciani nel suo Dei costumi della Sardegna comparati cogli
antichissimi popoli orientali, Napoli 1850, citato da V. Fiorentino in La
Musica. Lavoro storico filosofico sociale, dice: “Vi soffiano dentro
maestrevolmente, gonfiando le gote, che servono loro come l’otre
della cornamusa; e a cagione che il suono sia sempre disteso ed unito,
s’avvezzano a respirare col naso; ma di tal guisa che durano una
danza intera senza allentare, o sospendere d’un attimo il filo della
melodia, che fluisce continuo come dalla canna dell’organo. E si
meraviglioso è in essi l’abito di cotesto imboccare il flauto a dilungo,
che appena è mai che esca a singhiozzi, od anco a minimi intervalli di
mezza croma; né perciò che ispirino colle narici, mozzan l’uscita
dell’aria dalle pive, la quale esce come da un serbatoio perenne.”
Silvestro Baglioni continua nella descrizione della tecnica: “Una
proprietà delle produzioni musicali di qualunque genere siano, è che il
sono
mai
s’interrompe.
Non esistono pause. La
capacità di poter soffiare
senza interrompersi per
inspirare dipende, come
vedremo
meglio,
dal
fatto
che,
durante
l’inspirazione toracica, il
cavo buccale funge da
serbatoio,
da
cui
il
suonatore spinge l’aria
comprimendo le gote.
Infatti esse si veggono
ritmicamente sollevarsi e
abbassarsi, senza che a
questo ritmico alternarsi corrisponda alcuna variazione d’intensità
nella cantilena, la quale fluisce costante e senza interruzione. Né si
deve credere che in questo il suonatore dia segni di sforzo o di
difficoltà di respiro. Calmo e tranquillo, è capace di continuare la sua
cantilena per quarti e per ore.” Oggi in Sardegna esistono alcune
scuole sparse nel territorio; in particolare si deve alla attività
dell’associazione culturale Cuncordia a Launeddas, costituitasi aCagliari nel 1987, la diffusione didattica, culturale e storica di questo
strumento. Attualmente la tecnica della respirazione circolare in
Sardegna, ha acquisito una espressione didattica moderna che va al di
là di strutture e legami segreti che si tramandavano oralmente solo a
pochi allievi.
La respirazione
Il meccanismo della respirazione consiste in un complesso di azioni
coordinate, mediante le quali viene assicurato uno scambio gassoso
tra l’ambiente esterno e gli organismi viventi in generale, garantendo
un normale metabolismo sia delle cellule che dei tessuti. La sua
attività ritmica è sotto il controllo sia di meccanismi riflessi involontari
di origine centrale, e periferica, che di movimenti volontari. In stato di
veglia noi siamo in grado di modificare il ritmo e l’ampiezza del respiro
simultaneamente e separatamente; possiamo entrare in apnea
volontaria, o regolare l’attività spontanea del diaframma e dei muscoli
intercostali agendo sulla frequenza, sul volume e su tutte le fasi
dell’atto respiratorio. Abbiamo coscientemente la capacità di rendere
“ottimale” e di scegliere secondo le nostre necessità quale frequenza
sia per noi la più conveniente. Varie tecniche di ginnastica respiratoria
e di metodologie filosoficoterapeutiche utilizzano tali capacità
regolatorie volontarie agendo sui singoli parametri, aumentando e
modificando
le
richieste
per
varie
prestazioni.
Tra gli aspetti più evidenti della complessità dei legami che la
respirazione assume nel determinare una sana fisiologia corporea, lo
scopo principale è quello di mantenere una ventilazione tale da
garantire l’apporto quantitativo di ossigeno necessario, ed eliminare
proporzionalmente una quantità di anidride carbonica. Il processo
della respirazione oggi viene considerato come un comportamento
complesso governato da un gruppo di sistemi di controllo gerarchici
che non solo sono in accordo con le esigenze primarie del
metabolismo, ma che possono sottostare alle più ampie richieste per
le nostre esigenze. Ad esempio, può variare notevolmente l’ampiezza
dei movimenti diaframmatici secondo le nostre richieste a partire da
un solo centimetro di escursione nella parte centrale durante una
respirazione tranquilla, fino ad una decina di centimetri in una
massima
condizione
di
iperpnea.
Conoscere, o meglio riconoscere, le differenze tra vari modi di
respirare, che automaticamente utilizziamo, è necessario per utilizzare
al meglio ed al massimo delle nostre possibilità il controllo dell’aria
che incameriamo quotidianamente respirando. Questi sono i quattro
tipi
di
respirazione
di
base:
Respirazione
“alta”.È quella che facciamo normalmente tutti i giorni senza accorgercene;
è la più richiesta, mentre il suo rendimento e la sua efficacia sono
molto bassi. È superficiale e “alta” e in essa non sono impiegati tutti i
polmoni nella loro capacità. È quella che fa sollevare le spalle e la
porzione sottoclavicolare con un leggero ritiro dell’addome. Le
limitazioni inerenti a questo tipo di respirazione sono legate al minimo
di aria che viene incamerata, tanto da dover fare attenzione al fatto se
stiamo
o
no
respirando.
Respirazione
“media”.
Questa è caratterizzata da una espansione più ampia della parte
superiore del torace, ed una apprezzabile modificazione del livello
delle spalle. Si deve notare inoltre che l’addome si spinge
scarsamente in avanti. Anche questo tipo di respirazione non offre un
volume di aria sufficiente e funzionale per suonare strumenti a fiato.
Respirazione
“bassa”.
Questo terzo modo di respirare detto anche “addominale” o
“diaframmatico”, è quello che in particolare più ci riguarda, perché più
funzionale degli altri due. È caratterizzato da una evidente espansione
della regione addominale, senza alcuna modificazione apprezzabile
della parte alta del torace e delle spalle. Si può pensare che l’aria stia
gonfiando lo stomaco e la pancia mentre di fatto entrando
profondamente nei polmoni abbassa il diaframma, che separando la
cavità toracica da quella addominale, compensa lo spazio occupato
dall’aria che gonfia i polmoni e spinge verso il basso sia lo stomaco
che l’intestino provocando uno spostamento di questi organi verso
l’esterno. Il diaframma si trova al livello della 11 a e 12 a costola
posteriore, e la sua metà destra è più alta di quella sinistra; questo si
contrae ad ogni inalazione appiattendosi verso il basso e si rilassa
verso l’alto ad ogni esalazione. Il livello di escursione di questo
movimento dipende naturalmente dalla quantità di aria che viene
incamerata ad ogni ciclo di respiro. Questo tipo di respirazione è
l’unico da utilizzare anche con la respirazione circolare.
Si possono fare alcuni esercizi di respirazione profonda per sviluppare
il movimento del diaframma sia inalando che esalando lentamente, sia
con un colpo secco dei muscoli addominali espellendo velocemente
l’aria
dai
polmoni.
Respirazione
“totale”.
Questo quarto tipo di respirazione è anche detto respirazione
“completa”, in quanto è la combinazione delle tre precedenti
effettuata in ordine inverso. Si inizia in pratica con un lento respiro
profondo con il metodo della respirazione “bassa”, espandendo lo
stomaco e l’intestino verso l’esterno e quando si è arrivati a quella che
si pensa sia la metà circa della possibilità di incamerare aria, si inizia
ad espandere la cassa toracica riempiendo tutta la zona intermedia
dei polmoni, ed infine con il residuo di possibilità d’aria si gonfia laparte alta sottoclavicolare con innalzamento delle spalle. A questo
punto i polmoni sono completamente pieni d’aria e vanno tenuti così
più a lungo possibile, poi si esala lentamente procedendo al contrario:
svuotando prima la parte alta, poi la mediana ed infine quella bassa
spingendo con l’addome, rialzando il diaframma; il tutto cercando di
mantenere costante il flusso di aria sia in entrata che in uscita.
Questo tipo di respirazione non è necessario per suonare i fiati, dato
che richiede molto tempo per essere eseguito, ma risulta
estremamente interessante ed utile per migliorare le capacità
respiratorie
e
durante
le
esecuzioni
con
lo
strumento.
La tecnica della respirazione circolare Inizialmente sarebbero
necessari alcuni esercizi per sviluppare i muscoli delle guance ed
iniziare a coordinare lo sgonfiamento delle stesse simultaneamente
alla
presa
d’aria
attraverso
il
naso.
Pertanto è utile imparare a gonfiare le guance e tenerle in pressione
come se si avesse dell’acqua in bocca e respirare normalmente con il
naso. Questo fortifica e dilata muscoli che non usiamo normalmente e
nello stesso momento permette di separare il processo del respiro dal
contenuto presente nella bocca sia esso aria o acqua.
Ora è necessario legare insieme i due processi: cioè svuotare la bocca
dall’aria facendo vibrare le labbra, e nello stesso momento respirare
aria
con
il
naso.
Riepilogando la prima fase del processo avremo la sequenza:
a)
prendere
un
respiro
leggero
con
il
naso;
b)
trattenere
il
respiro;
c)
gonfiare
le
guance;
d) svuotare l’aria tenuta in bocca facendo vibrare rumorosamente le
labbra e nello stesso momento respirare con il naso;
e)
esalare
dal
naso;
f)
rigonfiare
le
guance;
g) svuotarle rumorosamente dall’aria mentre si tira su con il naso;
h)
respirare
di
nuovo.
Respirazione nasale, movimento di gonfiamento delle guance,
movimento di sgonfiamento con vibrazione delle labbra eseguito
insieme al respiro con il naso, diventano automatici e continui.Sviluppo attraverso cinque differenti tappe: utilizzando la respirazione
addominale prendere un respiro profondo; trattenere in bocca più aria
possibile in pressione; rilasciare la restante aria presente nei polmoni
attraverso il naso, mentre si continua a tenere le guance in tensione
con l’aria dentro; prendere un altro respiro addominale attraverso il
naso;
esalare
tutta
l’aria
attraverso
la
bocca.
Questa sequenza è fondamentale per l’apprendimento e deve essere
eseguita in modo scorrevole e continuo senza dover più pensare alla
differente scelta tra l’esalazione dal naso e quella dalla bocca.
Se riassumiamo tutta la sequenza delle tappe necessaria alla
esecuzione del processo respiratorio in modo circolare, avremo:
prendere un respiro addominale; mandare dai polmoni nella bocca
gonfiando le guance molta aria per tenerle in tensione e farla uscire
controllando la pressione in uscita rumorosamente; prendere respiro,
sempre addominale, attraverso il naso, mentre usando i muscoli delle
guance si spinge fuori ancora l’aria dalla bocca rumorosamente;
tornare subito al diaframma prima che tutta l’aria contenuta nella
bocca sia stata espulsa e tenere costante il flusso di uscita di aria
sempre
dalla
bocca.
Inserendo le labbra rilassate nell’imboccatura dello strumento è
necessario fare attenzione che non ci sia dispersione di aria, per
questo è utile applicare sull’imboccatura dello strumento della cera
d’api utile anche per non farsi male. Inoltre si deve prestare
attenzione a non comprimere troppo lo strumento verso la bocca per
non indolenzire le labbra impedendo la circolazione nei capillari ed
essere costretti a rinnovare l’imboccatura smettendo di suonare.
La sequenza utile è la seguente: prendere un respiro addominale,
gonfiare le guance, rilasciare l’aria dal naso tenendole sempre tese e
subito dopo riprendere il respiro dal naso mentre le guance vengono
schiacciate forzatamente facendo uscire l’aria. Se l’imboccatura dello
strumento è stata presa bene, l’aria certamente lascerà uscire un
suono
accettabile.
Esecuzione del processo completo: inserire le labbra nello strumento
prendere un respiro addominale completo suonare la nota di bordone,
utilizzando metà circa dell’aria presente nei polmoni gonfiare le
guance utilizzando l’aria presente nei polmoni forzare i muscoli delle
guance comprimendole e nello stesso momento aspirare aria con il
naso ritornare al supporto del diaframma forzando l’aria dai polmoni
continuando
sempre
a
produrre
il
suono
di
bordone.
Per non incorrere in problemi di iperventilazione, con conseguente
sensazione di testa vuota per il troppo ossigeno accumulato, se non si
riesce a compensare lasciando uscire dell’aria dal naso mentre si
suona, è utile per riposarsi effettuare un suono lungo fino a consumare
tutta l’aria accumulata e successivamente ricominciare a prendere
respiri addominali più brevi dal naso, cercando di rilassarsi senzaforzare
nella
velocità
del
ritmo
circolare.
È necessario rinnovare ogni tanto l’imboccatura delle labbra, sia per
allentare la pressione su di esse e permettere al sangue di circolare
liberamente, sia per migliorare il suono che nel frattempo potrebbe
essere diventato cupo e ovattato a discapito dell’udibilità degli
armonici.
Durante le proprie esecuzioni ogni tanto può essere consigliabile
imparare a fare suoni staccati di varia durata permettendo l’allentarsi
della pressione sulle labbra. E poi dobbiamo accettare che non è
possibile
suonare
all’infinito!
Strumenti che utilizzano la respirazione circolareStrumenti
tradizionali
e
loro
distribuzione
geografica
A) Clarinetti ad ancia semplice battente (Sachs, C., 1996):
sono caratterizzati dall’intaglio di una linguetta rettangolare (a tegola)
praticata con una incisione direttamente sulla canna. Possono essere
singoli,
doppi
o
tripli.
Quelli doppi e tripli sono sempre legati tra loro
senza distanziarsi, con l’eccezione delle
launeddas. Arghoul: (o yarghul) clarinetto
doppio o anche triplo con bordone senza fori
lungo anche 2m (Egitto). Nelle molte varietà
presenti assume nomi diversi nei differenti paesi: mizmar in Siria,
zamr in Marocco, Tunisia, çifte a Creta, alboka in Euzkadi, tulum in
Turchia, xeremies ad Ibiza, masul nel Golfo Persico, zummarah
(clarinetto doppio di uguale lunghezza ed identico numero di fori) in
Tunisia; zammara (Iran), zumr (Magreb); alghoza, clarinetto doppio di
eguale misura in India e Pakistan,
aghanon in Marocco, alboka nei
Paesi Baschi; argun in Turchia;
balaban
in
Iran
e
Turchia.
Tutti questi strumenti si suonano tradizionalmente con la respirazione
circolare.
Aulos: (Grecia e Roma antica) raffigurati sui vasi greci e romani,
potevano essere di tipo doppio
frigio con le due canne di lunghezza
differente, o doppio lidio con le due
canne di eguale lunghezza. Queste
misure erano distinte dai greci in
soprani, contralti, tenori e bassi
(Henderson, I., 1962; Sachs, C.,
1996;
Baines,
A.,
1967).
Benas: (Sardegna, Italia) oggi quasi
completamente scomparse, erano
più rozze e meno evolute delle
launeddas;
potevano
essere
semplici, con una sola canna,
doppie, o triple, con fori rotondi e
non più lunghe di 35 cm (Lallai, G., 1997; Leydi, R., Guizzi, F., 1994;
Spanu,
G.,
1998).
Launeddas: clarinetto triplo ad ancia a tegola; due elementi legati
insieme ad angolo acuto ed uno libero. (Sardegna, Italia), (Lallai, G.,
1997).
B) Trombe (o corni) ad imboccatura terminale e laterale senza
bocchino
separato.Adharc: corno alto dell’età del bronzo, ad imboccatura laterale.
(Irlanda)
(Schaeffner,
A.,
1978).
Dord Ard: corno tenore dell’età del bronzo ad imboccatura terminale.
(Irlanda).
(Schaeffner,
A.,
1978).
Dordiseal: corno basso dell’età del bronzo ad imboccatura terminale.
(Irlanda).
(Schaeffner,
A.,
1978).
Per questi tre strumenti, nel 1988 Simon O’Dwyer ha scoperto che
pote-vano essere suonati con la stessa tecnica del didgeridoo (vedi CD
Reconciliation,
1993;
Magowan,
F.,
1997).
Didgeridoo:
(Arnhem
Land,
Australia).
Dung: (Tibet) tromba
composta di tre segmenti
inseriti e incastrati l’uno
nell’altro, lunga anche
oltre i quattro metri; in
rame rosso, a forma
dritta,
a
volte
con
decorazioni in oro e
argento. Produce suoni
pedale o grida (Sachs, C.,
1940,
p.246).
Karakara: tromba aborigena australiana in legno ad imboccatura
terminale ricavata da un ramo cavo lungo circa 50 cm, che produce
suoni cupi e sordi, imitando la voce dell’emu. È utilizzata come
maschera
acustica
(Eberle,
O.,
1966,
p.545).
Kangling: corno ad imboccatura terminale ricavato da un femore
umano
(Tibet).
Ulbura: (popolazione Aranda, Australia), tromba in legno
con voce fioca, usata per la sveglia al mattino prima
della
caccia
(Eberle,
O.,
1966,
p.571).
C) Corni africani: generalmente ricavati dalle zanne di
elefante o dalle corna di antilope, ma anche da grossi
rami di legno scavati. Classificati come “primitive
labrosones” termine alternativo e più pratico per
strumenti a vibrazione labiale (Baines, A. p.40, 1976).
D)
Oboi
ad
ancia
doppia.
Sono caratterizzati da un’ancia doppia costituita da due
linguette di canna la cui parte inferiore viene fasciata
così da formare un tubicino che viene inserito
nell’apertura alta dello strumento. L’estremità superiore
dell’ancia composta, presenta, vista dall’alto, una piccola
fessura ovale, il suono si produce quando l’aria entrando mette in
vibrazione le due linguette chiudendole e discostandole velocemente
tra
loro
(Sachs,
C.,
1996).Alghaita: (o Alghaida), a campana terminale e
quattro fori per le dita; è costituito da due parti
staccabili collegate da una piccola catenella.
L’ancia è inserita in un tubicino di metallo dove
è saldato un disco che serve all’esecutore per un più efficace ritorno di
pressione durante la respirazione circolare. Presente in Africa
Occidentale, popolazioni Hansa e Peul, della regione attorno al lago
Ciad e al corso inferiore del Niger, chiamato zukrah in Libia e Tunisia
(Bebey,
F.,
1969,
p.76
e
124).
Ciaramella: strumento popolare in Italia (Cinque, L. 1977).
Duduk:
(Armenia)
di
forma
cilindrica, possiede 9 fori e viene
costruito in legno di albicocco in tre
grandezze, 28, 33 e 40 cm., con un’ancia lunga rispettivamente di 9,
12 e 14 cm. , controllata per la sua apertura da una fasciatura in
legno. È uno strumento diatonico con l’ampiezza di suono di una sola
ottava. È molto diffuso anche in Turchia con il nome di mey.
Ghaita: con altre varietà, nay zunami, buq zamri in Marocco e Algeria.
Gyaling:
(Tibet)
Nadaswaram:
(India
del
sud)
Serunai:
(Malesia)
Shanai:
(India)
Surnay: (Medio Oriente, Africa del Nord e Occidentale),
chiamato anche Surnaya (Iran), Zurna o Zourna (Turchia).
Shawn:(Europa del Nord) della famiglia simile ai cromorni,
con ancia doppia interna ricoperta da un cappuccio a
camera
d’aria.
Pungi: doppio clarinetto ad ancia interna, costituito da due
canne inserite in una zucca con funzione di camera d’aria,
usato dagli incantatori di serpenti, chiamato anche Tiktiri
in
sanscrito
(India).
E)
Flauti
dritti
e
traversi
Kaval:
(Bulgaria)
Narh: flauti indiani nella provincia del Rajasthan.
Strumenti
moderni
Alcuni strumenti moderni a fiato possono avvalersi di questa stessa
tecnica, ed attualmente la utilizzano quando si rende necessaria la
ripresa del respiro senza dover interrompere la continuità di una frase
musicale (Kynaston, T.P., 1978; Dick, R., 1987; Boubaker, H., 1999).
1) Famiglia sassofoni e clarinetti ad ancia semplice, sassofoni:
sopranino, mezzo soprano, soprano, contralto, tenore, baritono;
clarinetti:
Sib,
contralto,
basso.2) Famiglia oboi ad ancia doppia: oboe, corno inglese, oboe d’amore,
baritono, e legni sempre ad ancia doppia: fagotto, controfagotto,
bombarda.
3) Famiglia degli ottoni: corno, tromba, cornetta, flicorno, trombone,
bassotuba.
4) Famiglia dei flauti traversi e dritti: flauto, ottavino, flauti dolci,
flagioletti.
L’applicazione della tecnica della “respirazione circolare”, ai vari
strumenti moderni presenta alcune difficoltà a seconda della famiglia
di appartenenza e a seconda a volte della grandezza dello strumento
all’interno della stessa famiglia. Il problema riguarda la resistenza
dovuta al ritorno della pressione. Se si hanno le labbra chiuse e le
guance piene d’aria avremo un massimo di resistenza della pressione
dell’aria, ma al momento che inseriamo tra le labbra il bocchino di uno
strumento questa resistenza si riduce parecchio e siamo costretti ad
aumentare il controllo sia sull’imboccatura che sull’emissione dell’aria.
La presenza delle ance favorisce il ritorno della pressione e sarà più
semplice applicare questa tecnica agli strumenti della famiglia degli
oboi che hanno un’ancia doppia. Le difficoltà non aumenteranno di
molto con i sassofoni e i clarinetti che hanno un’ancia singola, mentre
per gli ottoni ad ancia labiale, più lo strumento è piccolo come la
tromba, più sarà agevole rispetto ad esempio alla tuba. Al contrario
con i flauti sia dritti che traversi questa risulterà molto difficile in
quanto la stessa imboccatura presenta una resistenza naturale quasi
nulla (Dick, R., 1987).
CR
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records,
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1999.
(CD).
(Benas
doppie).
*. Le date tra parentesi dopo il nome dell’autore si riferiscono al primo
anno di pubblicazione; mentre le seconde alla fine della citazione
indicano l’anno dell’edizione consultata.
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Michele Lupi
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Re: Respirazione Circolare

Messaggio da Michele Lupi »

T E C N I C A D E L L A R E S P I R A Z I O N E
C I R C O L A R E
p e r s t r u m e n t i s t i a f i a t o
Trent P. Kynaston
Traduzione: Bruscia Antonio
Impaginazione: Marcolina Lorenzo
INTRODUZIONE
Il respiro circolare è una tecnica impiegata nella performance del suonare a fiato quando
questo è necessario.
Esso permette al musicista di prendere il fiato necessario senza fermare la musica e così
continuare la fase musicale oltre il limite normale del fiato. Questo fatto non è mistico e
neanche difficile come all’apparenza potrebbe sembrare.
Dovrebbe essere visto nello stesso modo come produrre uno staccato un vibrato o
qualsiasi altra tecnica uno pratichi per raggiungere una più alta qualità di suono. Come
qualsiasi delle tecniche menzionate essa deve essere praticata con molta determinazione
prima di raggiungere con successo dei risultati accettabili. Sembra non ci siano documenti
sull’origine del respiro circolare, ma comunque pensiamo sia stato scoperto dal primo
Indiano incantatore di serpenti.
Egli probabilmente scoprì agli inizi della sua carriera che se il suono s'interrompeva egli
era morso dal serpente quindi per istinto di sopravvivenza inventò il respiro circolare.
Qualunque sia la sua origine questa tecnica è oggi usata da molti musicisti con strumenti
a fiato, in tutti i tipi di musica e trova maggiore popolarità nel Jazz Americano.
Altri artisti hanno dimostrato una grande abilità nell’uso del respiro circolare a vantaggio
della musica.
Molta gente vede il respiro circolare come un trucco e, devo ammettere che normalmente
all’inizio é visto come tale, ma i musicisti appena menzionati hanno già provato che volta
fatta propria questa tecnica si possono aggiungere nuove ed eccitanti dimensioni alla
musica a fiato.
Con questo vogliamo affermare che il testo é stato scritto credendo fermamente in questo
metodo.
1IL RESPIRO
Uno studio sul respiro circolare non può essere intrapreso se non si è già abituati al
normale fiato necessario per suonare gli strumenti a fiato. Per questa ragione è necessario
una valutazione delle proprie capacità di fiato.
Bisogna ricordare che non è sufficiente l’importanza che si dà al bocchino, alla tecnica, o
allo strumento, nessun suono può essere creato senza aria. Il fiato è il processo principale
ed il più importante fattore della musica a fiato ed è quello che decide l’effetto di ogni
piccola fase. Sembra abbastanza ovvio affermare che molta gente dà per scontato che il
respiro sia un atto naturale ed effettivamente lo è per la funzione naturale del corpo
necessaria per sostenere la vita, ma il tipo di respiro necessario per produrre musica con
strumenti a fiato non è un atto naturale. E’ quindi necessario invertire il modo naturale di
respirare imparando il nuovo metodo e praticarlo al punto che diventi naturale.
Esaminiamo prima il respiro normale:
circa il 60% del singolo ciclo del respiro è consumato per inspirare aria circa il 20% per
espirare e il rimanente 20% come periodo di riposo, in altre parole se un ciclo normale di
respiro dura 5 secondi 3 secondi vengono impiegati per inalare, un secondo per espirare
ed un secondo di riposo. Respirare per suonare richiede una drastica inversione del
processo naturale. L’inalazione dell’aria avviene istantaneamente mentre l’espirazione
avviene in un lungo e sempre differente periodo di tempo.
Il resto del periodo del ciclo di respiro potrebbe anche non esistere. L’espirazione in se
stesso ha ancora qualche differenza. Nel respiro normale l’aria viene espirata con grande
intensità all’inizio seguito da un improvviso abbassamento dell’intensità. L’espirazione
durante una performance richiede un'espirazione di grande intensità e per un lungo
periodo di tempo. L’attuale consistenza di intensità dell’espirazione verrebbe controllata da
una serie di fattori, lo stile, dinamica, articolazione etc... La domanda è come meglio
potremmo portare a termine questa improvvisa inalazione e l’alto controllo
dell’espirazione. Il respiro può essere diviso in quattro tipi, sono descritti come respiro alto,
respiro medio, respiro basso, e respiro totale.
(Il respiro viene insegnato nello Yoga e nonostante lo studio del respiro nello Yoga si
potrebbe rivelare di grande aiuto è mia intenzione soffermarmi solo sulla parte fisica e non
sulla parte spirituale del metodo)
2PARTE PRIMA
IL RESPIRO ALTO
Il respiro alto è quello che più di tutti richiede un maggiore impegno fisico, mentre la sua
efficacia è la più bassa. Sembra una sfortuna che la maggior parte della popolazione
mondiale respiri in questo modo. Il respiro alto è caratterizzato fisicamente da una
evidente alzata delle spalle e da un leggero ritiro dell’addome.
Esso può essere facilmente visto dopo un energico esercizio o una corsa. Potrebbe
essere visto come un ansimante, benché esso implichi un respiro poco profondo e veloce.
Ancora il respiro veloce spreca molta più energia per essere portato a termine di qualsiasi
altro tipo di respiro ma è quello che rende meno in termini di quantità di aria inalata. Esso
inoltre non permette un ottimo controllo del processo di espirazione. Non c’è un singolo
muscolo nel petto superiore o nella spalla capace di controllare i polmoni in questo tipo di
respiro il centro del respiro è troppo alto perché il diaframma sia efficace. (Pratica per un
po' il respiro alto e nota la sensazione fisica prodotta così come le limitazioni che sono
inerenti a questo tipo di respiro, bisogna prestare attenzione che non si respiri in questo
modo sia che si suoni oppure no.)
PARTE SECONDA
RESPIRO MEDIO
Il respiro medio così come quello alto non è una alternativa per chi suona strumenti a fiato.
Esso spreca molta energia per i risultati che può dare. Questo respiro è caratterizzato
dall’espansione del petto superiore, senza un apprezzabile cambiamento del livello delle
spalle. Puoi anche notare una leggera rientranza dell’addome come nel respiro alto, ed
ancora non è di nessuna utilità per i musicisti di strumenti a fiato perché non offre un
volume di aria accettabile o un modo funzionale per il suo controllo. (Vedi come respiro
alto pratica)
3PARTE TERZA
RESPIRO BASSO
Il respiro basso è il più funzionale ed il più accettato tipo di respiro per i suonatori di
strumenti a fiato.
Il respiro basso è più comunemente chiamato respiro a diaframma ed è caratterizzato da
un'evidente espansione della regione addominale e con nessun evidente cambiamento del
petto superiore o delle spalle.
L’espansione dell’addome è causata dal movimento verso il basso del muscolo del
diaframma, questo forza lo stomaco e gli altri organi verso il basso e l’esterno così da far
sembrare l’individuo con la pancia più grossa. Il diagramma qui sotto mostra le posizioni di
base del diaframma durante la respirazione.
Il diaframma si trova tra la sesta e l’undicesima o dodicesima costola posteriore. La metà
destra come potete vedere nella figura precedente, si alza di più della sinistra. Esso
contrasta con ogni inalazione appiattendosi verso il basso, quindi si rilassa verso l’alto ad
ogni espirazione, ritornando alla sua forma di boomerang invertito.
Il livello che il diaframma raggiunge nella sua salita o discesa è normalmente determinato
dalla quantità di aria inspirata o espirata.
Fra tutti i tipi di respiro quello basso è il più consigliato perché permette di inalare il
massimo d’aria nel modo più veloce.
Esso porta il diaframma al massimo della sua funzionalità. Questo muscolo può essere
sviluppato per controllare l’espulsione dell’aria al massimo possibile. Questo non vuol dire
che la scoperta del respiro basso porti ad un successo immediato su tutte queste linee. Il
diaframma come ogni altro muscolo deve essere usato e sviluppato prima di raggiungere
qualche successo.
Ma la scoperta è l’inizio di una fine. Ci sono molti esercizi che vi aiuteranno nello sviluppo
del diaframma, così come all’abitudine ad un buon modo di respirare in generale. Alcuni di
questi esercizi saranno sufficienti a far capire come.
41. Fai un respiro basso inalando quanta più aria possibile. Con la bocca aperta tira
i muscoli addominali verso l’interno il più possibile mentre spingi verso il basso e
fuori con l’aria dei polmoni. Non lasciare neanche un po' d’aria fuoriuscire anche
se hai la bocca aperta. La sensazione dovrebbe essere come un grugnito. Tieni
così il respiro il più possibile prima di rilasciare l’aria. Ripeti spesse volte questo
esercizio.
2. Ripeti l’esercizio precedente mentre ti siedi e ti alzi lentamente, ripeti tre o
quattro volte ogni respiro. Questo è abbastanza duro quindi bisogna fare
attenzione a non esagerare.
3.
Sdraiati dritto sulla schiena sul pavimento o su un'altra superficie dura. Metti un
grosso peso (sacco di sabbia, o libri) sullo stomaco e pratica il respiro basso.
Inala ed espelli aria lentamente. Se non trovi niente sufficientemente pesante
metti un solo libro sullo stomaco e fatti aiutare da un’altra persona facendo
premere sul libro facendo aggiungere peso.
PARTE QUARTA
RESPIRO TOTALE
Il quarto tipo di respiro lasciato per discussione è chiamato respiro totale. Questo respiro è
semplicemente la combinazione del respiro alto, respiro medio, respiro basso, in ordine
inverso. Questo respiro è anche un utile esercizio che aiuta lo sviluppo del diaframma, ed
aiuta ad avere un respiro ottimale.
Primo, fai un respiro basso inalando aria quanto più possibile. Nota l’espansione
dell’addome. Sopra a questo aggiungi il respiro medio e nota l’espansione del petto, quindi
aggiungi il respiro alto e nota l’alzamento delle spalle.
Trattieni questo respiro totale il più possibile e quindi butta fuori l’aria lentamente con
costanza.
Il respiro totale non è raccomandato per i musicisti di strumenti a fiato per suonare. Anche
se fornisce una grande quantità di aria e la possibilità di controllarne l’uso esso ha bisogno
di molto tempo per essere portato a termine, così come spreca molta energia fisica. Ad
ogni modo praticando il respiro totale uno si abitua ad inalare una grande quantità di aria e
quindi aiuta ad espandere in misura grande le capacità di respiro. Dopo diventa possibile
inalare moltissima aria con un semplice respiro basso. Per questa stessa ragione il respiro
totale è raccomandato per gli esercizi. E’ un esercizio che tutti i musicisti di strumenti a
fiato dovrebbero fare spesso.
Facendo il punto adesso possiamo dire che siamo una società che respira attraverso la
bocca. Molte autorità in materia concordano che questo non va bene se noi imparassimo a
respirare attraverso il naso, il quale filtrerebbe e riscalderebbe l’aria, allergie e malattie un
problema come lo sono oggi. Nel respiro normale uno non dovrebbe respirare attraverso il
naso ma nel respiro circolare uno deve respirare attraverso il naso. All’inizio è difficile e
richiede molto impegno ma ne vale la pena.
5RESPIRO CIRCOLARE
E’ stato già detto che il respiro circolare deve essere considerato una estensione della
tecnica del respiro normale. Deve essere disponibile ogni qualvolta una performance
musicale ne ha bisogno. Il processo del respiro circolare è attualmente uno dei più facili il
problema sta solo nel coordinare il processo e nel convincere la mente ad accettare che il
nostro sistema respiratorio può espellere ed allo stesso tempo inalare aria.
Detto semplicemente il processo richiede uno di raccogliere aria nella cavità della bocca
(gonfiando le gote nelle fasi precedenti) mentre sostieni una nota o suonando una frase.
Ad un momento preciso la spinta del diaframma è stoppata, contemporaneamente al
momento in cui l’aria raccolta nella bocca viene spinta fuori usando le gote e i muscoli
della gola.
Questo deve essere fatto in maniera lineare così da non causare la rottura del suono. In
quel momento un respiro veloce deve essere fatto attraverso il naso. Questo deve essere
fatto in una frazione di secondo e non più lungo, perché l’aria limitata che si trova nella
bocca non può supportare il suono per più di uno o due secondi.
Una volta che hai inalato aria attraverso il naso, devi effettuare il cambio con il diaframma
immediatamente come prima.
Ancora non ci dovrebbe essere nessuna interruzione nella continuità del suono. Una volta
che sei diventato padrone di questa
tecnica, è possibile espellere la rimanente aria dei polmoni attraverso il naso prima che
l’aria fresca venga inalata. Questo è ottenuto mentre il suono è sostenuto con l’aria
contenuta nella bocca, e aiuta a contrastare il problema di iperventilazione che spesso
accade .
6PARTE PRIMA
INIZIO DELLE TECNICHE SENZA STRUMENTO
Per sviluppare la tecnica del respiro circolare sono raccomandati i seguenti passi. Bisogna
fare attenzione ad imparare bene ogni passo prima di procedere al passo successivo. Il
risultato tende ad essere molto frustrante se dovessi scegliere altrimenti.
Nota che il passo 1 e 2 vanno eseguiti senza strumento.
1. Il problema iniziale nel respiro circolare è quello di sviluppare le gote e i muscoli della
gola; imparando ad usarli spingendo aria fuori dalla bocca continuamente e
costantemente. Questo è inizialmente complicato dal fatto che l’aria non è una
sostanza tangibile. Questo è possibile ingoiando e inalando così come spingendo fuori
dalla bocca. Per questa ragione, cominceremo usando dell’acqua.
Immagina che la cavità della tua bocca sia un pallone, e l’unica apertura è la tua
bocca. Dovresti fare coscientemente uno sforzo di chiudere (figurativamente) l’apertura
della gola.
a) Primo, metti quanta più acqua possibile nella bocca. Lascia che le gote si
gonfino, come un musicista principiante che ancora non sa come fare in altri
modi. Mettiti in piedi davanti ad un lavandino, crea un piccolo buco fra le labbra,
e usando le gote e i muscoli della gola, tenta di spingere l’acqua fuori in maniera
costante.
Dopo aver fatto questo un paio di volte, metti due o tre dita al centro delle
guance e spingere all'interno, forzando l’acqua ad uscire fuori dalla bocca in
maniera costante.
Noterai che l’acqua viene fuori in maniera molto più positiva e diretta con l’aiuto
della pressione delle dita. Continua a praticare questo esercizio senza l’aiuto
delle dita fino a quando raggiungi lo stesso controllo di fuoriuscita dell’acqua
che hai ottenuto con l’aiuto delle dita. Questo esercizio ha due importanti
risultati: l’inizio dello sviluppo delle guance e dei muscoli della gola, e elimina la
possibilità di fuoriuscita di sostanze attraverso la gola dalla bocca. (Non è
possibile che l’acqua esca in questa maniera senza soffocare, ma è molto
comune quando l’acqua è sostituita dall’aria.)
b)
Il prossimo passo è una facile e molto importante aggiunta all’esercizio
precedente. Metti quanta più acqua possibile nella bocca. Inizia un rapido
respiro attraverso il naso. Continua a respirare ed allo stesso tempo spingi
l’acqua fuori dalla bocca, con le guance e i muscoli della gola. Questo dovrebbe
essere portato a termine facilmente e ti aiuterà enormemente ad alleviare alcuni
dei problemi già menzionati, quando l’acqua è sostituita dall’aria.
7Una volta che riesci a svolgere questo esercizio con facilità, passa dal respiro
rapido al respiro lungo, inalando dal naso. Attento a non soffocare con l’acqua
durante l’esercizio. E’ naturale per il sistema respiratorio inalare aria
contemporaneamente dal naso e dalla bocca, ma in questo caso siccome la
bocca è piena d’acqua si possono verificare situazioni spiacevoli, d’altra parte,
praticando con successo questo esercizio vi sarà possibile superare anche gli
esercizi futuri.
c) Raccogli quanta più aria possibile nella bocca, gonfiando le guance, tieni le
labbra ben chiuse. Comincia a respirare attraverso il naso con costanza. Una
volta portato a termine questo esercizio, spingi l’aria che è trattenuta nella
bocca, con le guance e i muscoli della gola. ( le prime volte è consigliabile usare
le dita sulle guance per aiutare a spingere fuori l’aria con forza, così come è
stato fatto precedentemente con gli esercizi con l’acqua).
Una volta portato a termine questo esercizio, cambia dal respiro costante
attraverso il naso ad una lunga inalazione attraverso il naso mentre spingi fuori
l’aria trattenuta nella bocca con le guance ed i muscoli della gola.
Bisogna fare attenzione, durante questo esercizio a non ingoiare l’aria che si
trova nella bocca cosi come non si deve inalare attraverso la bocca, ricorda la
sensazione che si prova svolgendo l’esercizio con l’acqua in bocca, ti aiuterà a
portare a termine l’esercizio.
Come hai potuto notare in tutta la prima parte, ho menzionato l’uso dei muscoli della
gola. E’ possibile che tu non li stia usando oppure li usi ma non te ne accorgi. I muscoli
della gola non prendono parte integrante nella tecnica del respiro circolare a questo
punto dell’esercizio ma saranno importanti più avanti. Bisogna dire anche che la lingua
aiuta enormemente la spinta dell’aria fuori dalla bocca, siccome questo della lingua è
un atto naturale, è meglio non creare confusione analizzandolo.
2. Gli esercizi a questo punto hanno trattato lo sviluppo delle guance e dei muscoli della
gola e del loro uso indipendente nel processo del respiro (esempio l’abilità di spingere
aria fuori dal corpo attraverso la bocca mentre contemporaneamente si inala attraverso
il naso).
a) La sezione 2 della parte 1 tratterà il coordinamento e lo sviluppo del ciclo
completo del respiro circolare. Attraverso i seguenti esercizi, è importante
imparare a controllare indipendentemente l’inspirazione l’espirazione attraverso
il naso mentre controllando l’uso dell’aria nella cavità della bocca, sarà anche
necessario sviluppare un facile scambio di supporto dal diaframma alle guance
e gola e viceversa. Così si potrà avere il respiro circolare completo.
a. Fai un respiro basso pieno. Con le labbra ben chiuse, lascia che un po' d’aria
venga dentro la bocca dai polmoni, gonfiando le guance. Mentre trattieni questa
aria dentro la bocca, lascia uscire l’aria rimasta nei polmoni attraverso il naso, e
sempre attraverso il naso inala un respiro basso pieno. Alla fine, rilascia tutta
l’aria attraverso la bocca lentamente e con costanza. Ricorda questo esercizio
ha 5 passi separati:
8I.
II.
III.
IV.
V.
Fai un respiro basso pieno attraverso la bocca;
Lascia risalire quanta più aria possibile dentro la cavità della bocca;
Butta fuori l’aria rimasta nei polmoni attraverso il naso, trattenendo l’aria
nella bocca;
Fai un altro respiro basso pieno attraverso il naso;
Rilascia tutta l’aria attraverso la bocca.
Ripeti questi passi fino a quando riuscirai a portare a termine l’esercizio senza
fatica. Continua a praticare.
I.
b) Questo esercizio è una leggera variante del precedente. Fai un respiro basso
pieno attraverso la bocca. Con le labbra ben chiuse lascia salire quanta più aria
possibile dai polmoni riempiendo la bocca lasciando gonfiare le guance. Butta
fuori l’aria rimasta nei polmoni attraverso il naso. Fai un altro respiro basso
pieno attraverso il naso, allo stesso tempo usa le guance e i muscoli della gola
per spingere con forza l’aria fuori dalla bocca. Non appena hai completato il
respiro, continua a buttare fuori aria dalla bocca passando dalla spinta della
guancia e i muscoli della gola alla spinta del diaframma. E’ importante inalare
attraverso il naso velocemente, prima che l’aria della bocca si sia esaurita
completamente. Bisogna fare attenzione a cambiare velocemente alla spinta del
diaframma, continuando a sospingere fuori aria dalla bocca. Questo è l’essenza
del respiro circolare.
Per ripetere in questo esercizio sono necessari i seguenti passi:
9Fai un respiro basso pieno;
Lascia salire quanta più aria possibile dai polmoni verso la bocca
gonfiando le guance;
III.
Rilascia, l’aria rimasta nei polmoni, fuori attraverso il naso;
IV.
Fai un veloce respiro basso inalando attraverso il naso mentre usi le
guance e i muscoli della gola per spingere fuori l’aria trattenuta nella
bocca;
V.
Velocemente torna al diaframma prima che tutta l’aria sia stata spinta
fuori dalla bocca, continuando e tenendo costante l’uscita del flusso
dell’aria dalla bocca.
A.
Se i passi precedenti sono stati portati a termine, con successo, adesso sarà
possibile fare il respiro circolare completo.
I.
II.
c) Fai un respiro basso pieno. Comincia soffiando fuori l’aria dalla bocca nella
maniera normale dal diaframma. Quando circa la metà dell’aria è uscita dai
polmoni lascia che le tue guance si gonfino. Il flusso dell’aria che esce dalla
bocca non deve fermarsi mentre l’aria viene raccolta nella bocca. Se tu
semplicemente lasci le guance gonfiarsi, l’aria in eccesso verrà trattenuta nelle
cavità della bocca, senza dover fermare il flusso d’aria. Una volta portato a
termine (dovrebbe volerci solo qualche secondo) ferma la spinta di aria dal
diaframma e chiudi la gola. Mantieni il flusso di aria usando le guance e i
muscoli della gola per spingere fuori l’aria rimasta nella bocca. Adesso dell’aria
fresca viene inalata attraverso il naso, questo, come indicato precedentemente
deve essere fatto velocemente. Quindi si ritorna al supporto del diaframma
completando così il ciclo. Il flusso d’aria che esce dalla bocca dovrebbe
rimanere continuo.
Nota che lo stop del supporto del diaframma, la chiusura della gola, l’inizio della
spinta da delle guance e i muscoli della gola, e l’inalazione attraverso il naso
devono tutti iniziare simultaneamente. Dovresti praticare il ciclo completo per
molto tempo prima di cominciare ad usare uno strumento.
Ancora, i passi da seguire in quest’ultimo esercizio sono i seguenti:
10I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
Fai un respiro basso;
Spingi fuori l’aria nel modo normale;
Quando metà dell’aria è uscita, accumula aria nella bocca gonfiando le
guance;
Ferma la spinta dal diaframma e comincia a spingere con le guance e i
muscoli della gola mantenendo il flusso d’aria continuo;
Fai un respiro basso attraverso il naso “VELOCEMENTE
Inverti tornando al supporto del diaframma mantenendo costante il flusso
dell’aria che esce dalla bocca;
Ripeti il ciclo all’infinito a piacere.
11PARTE SECONDA
TECNICHE INTERMEDIE CON AGGIUNTA DELLO
STRUMENTO
Usando la tecnica del respiro circolare ad uno strumento si presenteranno dei nuovi
ostacoli da superare. Quelli che già suonano strumenti a fiato, tipo Oboe o Fagotto, hanno
più resistenza naturale e quindi faranno meno fatica ad aggiungere l’uso dello strumento
alla tecnica del respiro circolare di quelli che usano strumenti come il flauto e quindi hanno
poca resistenza naturale. Anche la grandezza dello strumento avrà la sua importanza. Per
esempio sarà più facile raggiungere degli ottimi risultati usando questa tecnica su
strumenti come la tromba piuttosto che il basso tuba.
Avanti queste righe, i passi seguenti saranno trattati.
Il grado di difficoltà che si presenterà sarà determinato dal tipo di strumento usato.
A. Sostenere (o comunque creare) un suono usando solo l’aria trattenuta nella bocca sarà
difficile all’inizio. Questo é dovuto al grado di sviluppo delle guance e dei muscoli della
gola, così come il fattore della resistenza naturale sopra menzionato.
B. Gonfiando le guance nel modo descritto nella parte I spesso si causano alterazioni
sull’imboccatura. Questo può rendere più difficile creare e mantenere un suono durante
il ciclo del respiro circolare.
C. Una grave fluttuazione di tonalità é speso la causa di problemi durante il ciclo.
D. Dopo molti respiri circolari l’iperventilazione diventa un problema.
E. Come si può trattare il problema del riassestamento dell’imboccatura dopo numerosi
respiri circolari?
F. Come si fa’ il respiro circolare mentre si continua il vibrato?
G. Può nello stesso tempo esserci il respiro circolare e un colpo di lingua?
H. E’ possibile eseguire il respiro circolare con i registri alti e bassi dello strumento?
Le note di questo testo saranno dedicate alle risposte ai problemi e alle domande che
sono divise in due categorie di base: Il successo dell’adattamento del respiro circolare agli
strumenti a fiato; e il suo uso musicale, vantaggi e svantaggi.
A. Il rigonfiamento delle guance normalmente causa indesiderabili distorsioni
sull’imboccatura. Questo di conseguenza ha qualche avverso effetto sul suono
prodotto. Ancora all’inizio dell’uso del respiro uno si imbatte nel problema della
consistenza del suono e della fluttuazione di tonalità quando si comincia ad usare lo
strumento. I seguenti esercizi ti aiuteranno a ridurre o comunque ad alleviare il
problema.
121. Seleziona una nota sul tuo strumento che sia facile da produrre, evita i registri
estremi. Accumula una consistente quantità di aria nella bocca. Posiziona
l’imboccatura dello strumento nella bocca in posizione normale. Usando le guance
e i muscoli della gola (come negli esercizi precedenti con l’acqua e l’aria) spingi
l’aria dentro lo strumento. Bisogna fare attenzione ad usare solo l’aria della bocca e
non permettere che altra aria salga sù dai polmoni. Il suono che ne risulterà sarà
indubbiamente molto debole. Se nessun suono viene prodotto é probabilmente
causato dal’ imboccatura troppo stretta. Questo é un risultato comune all’inizio, tu
stai provando a ricreare la sensazione di resistenza massima che ognuno prova
quando le labbra sono perfettamente chiuse e nessun strumento é presente.
L’aggiunta dello strumento riduce enormemente la resistenza e richiede maggior
controllo sull’imboccatura, così come il controllo dell’aria insegna a mantenere
l’imboccatura nella sua normale e rilassata posizione, ed il suono comincerà piano
piano a venire. Spendi molto tempo praticando questo piccolo esercizio; deve
diventare molto facile produrre un suono per due o tre secondi. Usa solo l’aria
accumulata nella bocca aiutandoti con la spinta delle guance e dei muscoli della
gola. Bisogna anche provare a tenere ben serrata l’imboccatura così che il suono
prodotto sia pieno e consistente.
2. Seleziona una nota sullo strumento che sia facile da produrre. Evita i registri
estremi. Con il bocchino in posizione, raccogli aria nella bocca, gonfia
moderatamente le guance. Adesso comincia a respirare attraverso il naso, continua
il respiro allo stesso tempo che spingi l’aria dalla bocca e quindi fuori aiutandoti con
le guance e i muscoli della gola. Sforzarsi per un suono stabile e consistente che
duri per due o tre secondi.
Lo scopo di questi esercizi é di assicurarsi che solo l’aria della bocca venga usata
per creare il suono. Non é possibile per i polmoni accettare e rilasciare aria
simultaneamente. E’ anche una importante aggiunta alla tecnica con lo strumento a
questo stadio.
3. Questo passo é una leggera variazione del precedente passo. Evita i registri
estremi, con il bocchino in posizione, raccogli aria nella bocca, gonfia le guance
moderatamente. Comincia prendendo un singolo respiro attraverso il naso mentre
crei un suono, usando le guance e i muscoli della gola per spingere l’aria raccolta
nella bocca. Inala velocemente. Una volta che il respiro é completo, cambia dal
supporto di suono delle guance e i muscoli della gola al supporto del diaframma, e
continua a sostenere la nota. Il suono deve rimenare continuo durante tutto
l’esercizio.
13La cosa più importante in questo passo é il passaggio al supporto del diaframma. Con
una buona dose di pratica, dovrebbe essere facile realizzare un suono continuo mentre
si fa’ il passaggio. Pratica questo esercizio fino a quando non solo il passaggio avviene
facilmente, ma fino a quando il tono, il volume e altre proprietà del suono sono
consistenti durante la sua durata.
I passi in questo esercizio sono i seguenti:
a) Seleziona una nota da suonare;
b) Con il bocchino in posizione raccogli aria nella bocca;
c) Fai un respiro Veloce attraverso il naso non appena creato il suono, usando l’aria
della bocca;
d) Passa al supporto del diaframma, continuando il suono.
Una volta portato a termine, dovrebbe essere relativamente facile eseguire il respiro
circolare completo con lo strumento.
4. Ancora, seleziona una nota sullo strumento che sia facile da produrre, evita i registri
estremi. Fai un respiro basso pieno. Suona la nota selezionata come se fosse una nota
lunga. Quando approssimativamente metà dell’aria dei polmoni é stata usata, lascia
accumulare dell’aria nella cavità della bocca gonfiando le guance. Il suono non deve
essere fermato mentre si compie l’esercizio. Una volta completato, ferma la spinta dal
diaframma e chiudi la gola.
Mantieni continuo il flusso d’aria che va’ dentro lo strumento usando le guance e i
muscoli della gola per forzare l’aria trattenuta nella bocca. Adesso fai un respiro
attraverso il naso. Ricordati ancora una volta che il respiro deve avvenire rapidamente
perché l’aria rimasta nella bocca può mantenere il suono solamente per 1 o 2 secondi.
I migliori risultati si hanno quando questo respiro é preso istantaneamente, così si
richiederà alle guance e ai muscoli della gola di mantenere il suono solo per una
frazione di secondo. Un rapido passaggio al supporto del diaframma deve essere fatto
completando così il ciclo.
Ci possono essere diversi problemi nei primi tentativi di completare il ciclo. Il suono si
potrebbe interrompere in qualsiasi punto durante il ciclo del respiro.
14Questo può essere causato da una serie di cose: la scarsa linearità dal passaggio del
supporto del diaframma al supporto delle guance e dei muscoli della gola, una cattiva
imboccatura durante il ciclo, troppo tempo per inalare aria attraverso il naso, scarsa
linearità nel tornare al supporto del diaframma. Cerca di localizzare i problemi incontrati
cercando di migliorare in quell’area, pratica molto gli esercizi.
Dopo aver prodotto con successo un suono continuo attraverso tutto il ciclo,
probabilmente noterai una vasta fluttuazione di toni nell’istante che inali aria. Questo é
causato dal cambio di imboccatura (che a sua volta é causato da un eccessivo
gonfiamento delle guance) e dalla caduta della pressione dell’aria durante il cambio di
supporto dal diaframma alle guance e ai muscoli della gola e viceversa. Solo la pratica nel
mantenere una buona imboccatura e un guadagno di maggior controllo delle guance e i
muscoli della gola ridurranno il verificarsi dei problemi suddetti.
Io ho spesso verificato che i problemi elencati sono stati la causa dell’inabilità a coordinare
i vari passi. La migliore cura é semplicemente quella di pensare al processo e convincere
la mente a capire ed accettare il procedimento del ciclo.
I passi del seguente esercizio sono:
1) Seleziona una nota;
2) Fai un respiro basso;
3) Suona la nota nella maniera lunga usando circa la metà dell’aria dei polmoni
prima di andare avanti;
4) Accumula aria nella cavità della bocca gonfiando le guance moderatamente;
5) Ferma la spinta del diaframma chiudi la gola e comincia a spingere l’aria dalle
guance e con i muscoli della gola;
6) Fai un respiro attraverso il naso;
7) Ritorna a supportare il suono con il diaframma.
Questo passo richiederà molta pratica e convincimento per raggiungere risultati
soddisfacenti.
Non sentirti frustrato durante l’esecuzione degli esercizi, se qualcosa non va’, abbi
pazienza e continua a fare molta pratica.
15PARTE TERZA
TECNICA AVANZATA
Adesso si possono perfezionare molti aspetti della tecnica del respiro circolare.
Il modo in cui vengono affrontati avranno un effetto diretto sulla versatilità e utilità della
tecnica.
GUANCE GONFIE
Benché il gonfiamento delle guance é stato molto importante negli sforzi iniziali per
imparare i diversi controlli nel respiro circolare, dovrebbe essere adesso evidente
attraverso la pratica e l’applicazione che non é veramente necessario per la realizzazione
della tecnica.
Puoi usare l’aria che si trova nella bocca solo quando é necessario inalare aria per
completare il ciclo.
Questo richiede che la tecnica sia portata a termine in modo rapido, lineare e controllata.
Richiede anche che i muscoli della gola vengano usati quasi esclusivamente per spingere
l’aria fuori dalla bocca.
I muscoli delle guance hanno poco valore quando non c’é un eccesso di aria nella cavità
della bocca. Il senso di controllo e supporto dell’aria deve venire da dietro la gola e non dai
lati della bocca.
Normalmente non é possibile semplicemente cambiare l’area di controllo dell’aria dopo
aver realizzato questo fatto e la sua potenzialità.
Il cambio deve essere fatto gradualmente mettendo più enfasi sulla nuova aria mentre si
cerca di dimenticare la vecchia. Bisogna dare ai muscoli impegnati l’opportunità di
svilupparsi prima di poter raggiungere risultati accettabili.
Una volta portato a termine questo, i seguenti temi possono diventare, a sua volta, il
centro dell’attenzione.
IPERVENTILAZIONE
L’iperventilazione é un problema che puoi avere avuto durante il respiro circolare.
L’iperventialzione é causata dall’acceso di ossigeno nei polmoni e nel sangue, e la
mancanza di adeguato diossido di carbonio. Le sensazioni che ne risultano possono
essere come stordimento, sensazione di tremore e svenimento, insensibilità alle estremità
del corpo, crampi e persino la morte!!!
Noi crediamo che nessuno esageri fino a questo punto pur di raggiungere il risultato finale,
ma comunque lo stordimento e la sensazione di tremore sono abbastanza comuni.
L’iperventilazione nel respiro circolare può essere spiegata nel modo seguente.
Probabilmente avrai scoperto che non é possibile usare tutta l’aria dei polmoni e dopo
decidere di fare un respiro circolare. Per poter portare a termine la tecnica ci vuole una
sostanziale riserva d’aria rimasta nei polmoni. Il risultato del respiro attraverso il naso é
quindi al massimo un mezzo respiro.
16Come esempio diciamo che hai una frase da suonare che é abbastanza lunga. Sarebbe
meglio suonarla con un unico respiro continuo, ma rimani sempre senza aria lasciando
alcune note da suonare. In questo caso, il respiro circolare non può essere fatto alla fine
della frase quando é necessario. Quindi deve essere fatto nel mezzo della frase quando é
ancora possibile eseguire il respiro circolare senza problemi.
Se la frase é così lunga da richiedere più respiri circolari allora bisogna accorciare i tempi
fra un respiro e l’altro. Quando il 5° o il 6° respiro é stato compiuto i seguenti arriveranno
in rapida successione. Questo é dato dal fatto che ogni respiro causa un indebolimento del
supporto d’aria e di conseguenza accorcia i tempi tra un respiro e l’altro per soddisfare il
bisogno d’aria.
A questo punto una grande quantità d’ossigeno si é rapidamente accumulata nei polmoni
e quindi il problema della iperventialzione diventa evidente, molto spesso diventa evidente
dal 3° respiro in poi.
Benché il problema può essere superato, rimane una delle limitazioni e svantaggio del
respiro circolare. Il modo di evitare o almeno ritardare l’iperventilazione può essere
descritta come un “doppio respiro circolare”. Esso é stato descritto brevemente prima del
teso.
In un momento del ciclo quando il respiro viene fatto attraverso il naso, potresti prima
rilasciare l’aria rimasta nei polmoni (fuori attraverso il naso). Questo può presentare
qualche problema di controllo.
L’aria della bocca deve essere ora controllata per dare tempo di rilasciare l’aria dei
polmoni così come per inalare aria.
Ci sono molti vantaggi nel respiro circolare doppio in termini di iperventilazione, esso
rende possibile per il musicista di fare un respiro basso pieno. Questo a sua volta
permette il massimo supporto del diaframma e ritarda la necessità del successivo respiro
circolare, ritardando così il problema dell’iperventilazione. Un altro vantaggio é che una
volta fatto proprio questo esercizio, il respiro circolare regolare in paragone diventa più
facile e meno faticoso.
La cosa scoraggiante in tutto questo é che bisogna rendersi conto che non é possibile
acquisire la capacità di suonare per sempre senza fermare il respiro.
17RIASSESTAMENTO DELL’IMBOCCATURA
Un altro fattore che rende “ suonare all’infinito” impraticabile se non impossibile é il
riassestamento dell’imboccatura.
Periodicamente durante una performance, il bocchino deve essere rimosso
dall’imboccatura per allentare la pressione sulle labbra. Questo permette al sangue di
circolare liberamente attraverso i muscoli dell’imboccatura, se non si permette questa
circolazione del sangue si incorre in problemi fisici e, di conseguenza, musicali.
RESPIRO CIRCOLARE E IL VIBRATO
L’aggiunta del vibrato nel respiro circolare é un interessante prospettiva. Prima di
discutere i passi per aiutarvi nel suo sviluppo, sarebbe meglio identificare alcune
limitazioni.
Visto che il respiro circolare richiede un’interruzione del supporto del suono da parte del
diaframma, il vibrato con il diaframma non é possibile. Per lo stesso motivo il vibrato con la
gola é impraticabile.
L’unica alternativa pratica nel respiro circolare é il vibrato con la mascella, il vibrato
supportato a pressione é anche una possibilità per i suonatori di Ottoni.
Chi usa normalmente il vibrato con il diaframma o la gola é obbligato ad imparare a
trasferire in modo agevole dentro e fuori dalla mascella un vibrato con pressione durante il
ciclo.
Prima uno può iniziare a sviluppare un vibrato durante il respiro circolare. L’uso del
rigonfiamento delle guance deve essere ridotto gradualmente. Come é stato previsto, il
rigonfiamento delle guance, causa distorsione nell’imboccatura per un vibrato controllato.
L’imboccatura deve rimanere ferma. Il problema é di trovare il modo di centrare la tua
concentrazione sulla produzione del vibrato come contrario ai passi del respiro circolare, e
sviluppando il controllo necessario a fare il vibrato in maniera usuale.
Inizia con un vibrato veramente lento. Non serve allo scopo partire con un vibrato normale
che diventerà lento e disintegrato durante il ciclo del respiro circolare. Sforzati invece con i
muscoli, di buttare fuori un’ondulazione consistente. Appena impari la consistenza
aumenta la velocità.
Il risultato desiderato sarà raggiunto velocemente, con meno problemi se seguirai i
seguenti suggerimenti. Prendi nota che quelli che usano il vibrato con pressione non
hanno bisogno di essere concentrati attorno a questo. Infatti, l’aggiunta di questa forma di
vibrato dovrebbe causare solo un piccolo problema di coordinamento. La questione é che
tipo di pressione (più o meno usuale) é necessaria durante il ciclo.
18LA RESPIRAZIONE CIRCOLARE ED IL COLPO DI
LINGUA
Imparare a staccare e controllare la gamma completa di articolazioni durante la
respirazione circolare presenta molti problemi, più che non per il vibrato. La lingua
naturalmente gioca due ruoli molto importanti durante il ciclo. Il suo uso in queste pagine
non è mai realmente stato trattato con particolare attenzione. Aiuta il processo di chiusura
della gola all'inizio del ciclo ed anche aiuta a spingere fuori l'aria nella bocca durante il
ciclo. Ambe queste attività contribuiscono ad irrigidire la lingua e rendono impossibile
controllare qualsiasi articolazione con sicurezza.
Il rimedio per questo è molto più semplice di quello che sembra. Per raggiungere le
possibilità dell'articolazione normale, la lingua deve essere rimossa da entrambe queste
attività. La lingua dovrebbe mantenere il suo normale stato di rilassamento per tutto il
ciclo. Per riuscire a fare ciò, i muscoli della gola devono assumersi una responsabilità
maggiore nel sostenere la pressione.
Durante gli sforzi iniziali per mantenere la lingua in un stato rilassato, le guance
cominceranno automaticamente a sbuffare di nuovo. Successivamente riprenderanno a
rilassarsi, come nel parlare, fornendo il sostegno necessario completare il ciclo. Benché
sia impossibile alleviare completamente le guance dal soffiare, in questa situazione il
punto di spinta maggiore dovrebbe essere mantenuto lontano dal dorso della cavità della
bocca il più possibile. Questo ridurrà i cambi di impostazione dell'imboccatura.
Il lavoro sul colpo di lingua durante il ciclo dovrebbe cominciare lentamente. Usa legato lo
staccato leggero con la lingua su note da un quarto a 60 di metronomo e sforzati di
ottenere consistenza di attacco e suono dentro e fuori dal ciclo. Una volta fatto ciò,
aumenta la velocità e tenta di usare articolazioni diverse. Più tardi, presta attenzione
all'uso di varie articolazioni mescolate.
Uno non dovrebbe ottenere troppo scoraggiamento da tutto questo. Ho sentito esecutori
usare il doppio ed il triplo colpo di lingua attraverso il ciclo e anche il doppio ciclo. Ho
sentito ciò anche compiuto sul flauto, che deve essere considerato l'atto di capacità di
usare la respirazione circolare più incredibile. Concentrazione e dedizione e pratica
diligente sono il solo modo per ottenere questo tipo di successo.
LA RESPIRAZIONE CIRCOLARE NEI REGISTRI ESTREMI
La domanda spesso sorge circa l'uso possibile della respirazione circolare in registri
estremi. In questo come in ogni altro esempio, per risolvere bene il problema è necessario
capire le procedure usate durante la normale prassi esecutiva.
19I registri estremi su tutti strumenti a fiato richiedono un diverso volume di aria. Per
esempio il registro basso nel sassofono richiede un volume più grande di aria del il registro
medio, mentre il registro superiore richiede più pressione (aria più veloce), con in più un
concentrato sostegno da parte del diaframma. Il sassofonista deve cercare di creare il tipo
di immissione proprio per il registro nel quale sta suonando. Per ottenere ciò, i muscoli
della gola devono poter produrre il desiderato sostegno necessario per la consistenza
propria dell'aria. Comincia praticando la tecnica nei registri medio-alti e medi dello
strumento. Quando questo è comodo, espande ai registri estremi e sviluppa il controllo
della respirazione circolare di su tutta l'estensione dello strumento.
POSTILLA
La respirazione circolare non dovrebbe essere considerata certamente una panacea per
tutti i problemi della respirazione incontrati dagli strumentisti a fiato. Il suo uso iniziale può
dare anche più problemi di quanti ne potrebbe risolvere efficacemente, perché l'esecutore
deve dare ora, di fatto, confrontarsi con ilo chiedersi quale possa essere l'effettivo ruolo
musicale di tale tecnica e delle possibili applicazioni artistiche. Una di queste
considerazioni è che l'esecutore può avvicinarsi ora alla frase musicale come fanno tutti gli
altri strumentisti, e non è limitato dai limiti del fiato singolo.
20
Trumpet - Brasson
Mouthpiece -Bach 3CW
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Re: Respirazione Circolare

Messaggio da Marco Muttinelli »

Michele Lupi ha scritto:Buongiorno
sul gruppo di Forum Tromba Fb mi hanno richiesto alcuni testi sulla respirazione artificiale.
Ne avevo 2 in archivio su Hard Disk ( non so quanto approfonditi ).
Per evitare di inviare email da oggi per i prossimi mesi e per renderli disponibili a tutti gli utenti
li copio in questo apposito Post.
Michele
Grazie Michele, quando ho un po' di calma me li leggerò con grande attenzione.
the SPECIAL ist
mail: c.g.conn.expert@gmail.com

Trumpet
22B New York Symphony 1940; 12B Coprion Special 1940; 8B Artist 1965; 6B Victor 1968
Buescher The 400 T225 1937

Cornet
Perfected Wonder e Perfected ConnQueror 1907; 82A Victor 1925; 38A Victor Special 1937; 38A Connstellation 1968


Fluegelhorn
Couesnon Monopole ?


Mouthpiece
serie Famous Artist: BI-220, BI-225, BI-420 e AI-312
serie Precision: 4 (tp)
serie Improved Precision: 4 e 5 (tp); 3 e 4 (cn)
serie Connstellation: 5 B-N, 5 B-W, 7 B-N, 9 B-W (tp)
serie E-Z Tone: Tp e Cn varie epoche
Denis Wick: 4FL, 4BFL, 5EFL (fl); 4 Classic (cn)
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